Ho avuto meno di una giornata a disposizione per poter visitare Reggio Emilia, ed è chiaro che non ho potuto visitarla tutta, ma qualche spunto interessante lo voglio condividere soprattutto perchè Reggio Emilia rappresenta anche il punto di partenza (o una tappa) del cammino della Via Matidilca e del Volto Santo: un cammino che si ispira a Matilde di Canossa, prima donna del Medio Evo, la donna che è considerata la prima femminista della storia. La Granduchessa che nel Medio Evo regnava sulle terre tra la Lombardia e la Toscana, compreso Reggio Emilia e i suoi dintorni, da Brescia fino a Lucca, sfiorando il Lazio.
Reggio Emilia però è una città che non è importante solo per Matilde di Canossa e le terre matildiche, ma anche per un altro evento storico che ti racconto nel corso di questo articolo.
La visita, proprio perché legata a Matilde di Canossa parte dal Museo Diocesano che raccoglie una serie di testimonianze che riguardano proprio il periodo intorno all’anno 1000 quando Matilde di Canossa regnava.
Vieni con me ad esplorare Reggio Emilia in un giorno.
Il museo Diocesano di Reggio Emilia
Il museo Diocesano di Reggio Emilia è strettamente legato alla Cattedrale, talmente legato che esistono passaggi che ti portano da uno all’altro attraverso strette (e segrete scale interne).
Nel museo Diocesano abbiamo incontrato l’ideatore Dott. Angelo Dall’Asta il progettista e coordinatore della Via Matildica del Volto Santo che si ispira proprio a Matilde di Canossa, in quanto attraversa i territori dove lei “regnava”.
Io come sempre ti consiglio di organizzare delle visite guidate, perché senza la guida del Dott. Dall’Asta non avrei mai scoperto la vera essenza di quanto esposto, gli aneddoti legati alla storia di Matilde, le particolarità del cammino, ma anche di Reggio Emilia come ad esempio la Cattedrale.
Infatti nel Museo Diocesano due pezzi sono particolarmente curiosi: il “modellino” di come doveva essere la cattedrale e una lettera firmata in originale proprio dalla nostra cara Matilde, anzi dalla “loro” cara Matilde, che i reggiani chiamano affettuosamente solo per nome, come fosse una presenza costante e amichevole
Questa lettera è un documento prezioso, uno dei pochi che sono rimasti intatti e riporta il fregio di Matilde di Canossa, una firma che pare studiata da grafico dei giorni nostri, bello come un logo costruito dopo attento studio (e probabilmente studiato lo era davvero)
Una lettera che arriva dritta dritta dal Medio Evo.
Dalla storia di Matilde si capisce in che modo la Via Matildica sia ispirata alla signora più importante e più potente del Medio Evo.
La via Matildica infatti parte da Mantova e arriva fino a Lucca in un percorso che attraversa la pianura padana, il Po, Reggio Emilia, le colline delle terre Matildiche, gli Appennini fino a scollinare in Toscana.
Un percorso di 285 chilometri che parte da Mantova ed arriva fino a Lucca, dividendosi in 3 tratte che sono chiamate
- la Via del Preziosissimo Sangue (da Mantova a Reggio);
- il Cammino di San Pellegrino (da Reggio a San Pellegrino in Alpe);
- la Via del Volto Santo (da San Pellegrino in Alpe a Lucca).
Tre percorsi che nella loro interezza diventano la Via Matildica del Volto Santo.
Orari di apertura: Tutti i giorni dalle 6.30 alle 19.30
Per richieste di visite guidate (anche nei giorni da lunedì a venerdì):
Da sabato 15 gennaio 2022, prenotazione obbligatoria dal sito dell’Associazione Città di Reggio
Attraverso il Museo Diocesano siamo passati alla Cattedrale. Non so se il percorso che abbiamo fatto per arrivare in Cattedrale dal Museo sia fattibile da chiunque ma abbiamo attraversato un loggiato che affaccia direttamente sul Vicolo Broletto
Il Broletto
Il Broletto è una zona in parte coperta con portici e in parte all’aperto che si attraversa per passare da Piazza San Prospero a Piazza Prampolini.
È un luogo storico, dove ci sono locali e botteghe storiche (quelle che sono rimaste) che rappresenta però l’identità e la storia di tutta la città di Reggio Emilia.
Questo nome, Broletto, mi ha incuriosito parecchio e quindi mi sono informata (cosa che proprio non posso fare a meno di fare): il significato di Broletto è campo coltivato cinto da muro ed effettivamente lo spazio è racchiuso tra muri e portici.
Il termine è proprio medievale ed è tipico delle zone Lombarde come in origine era anche Reggio Emilia, ricordiamoci che la suddivisione regionale che abbiamo oggi differisce di molto rispetto a quella del Medioevo dove l’Emilia Romagna non esisteva proprio e il territorio di Matilde di Canossa si estendeva da Brescia (Lombardia) fino alla Toscana passando dall’Emilia che però Emilia ancora non era.
Oltre al campo coltivato in realtà la zona del Broletto identificata anche quello che era il territorio del cimitero della Cattedrale. È circondato da portici con botteghe storiche che probabilmente sono l’eredità di una passato commerciale.
La cattedrale di Santa Maria Assunta
Ho visitato l’interno della Cattedrale ma la curiosità che maggiormente spicca sulla Cattedrale la si può notare da Piazza Prampolini: la cattedrale è un’incompiuta.
Costruita su un’antica costruzione romana, nel corso del tempo è stata rimaneggiata ed adeguata, ma quello che si nota è che rispetto al progetto originale che possiamo vedere nei Musei Diocesani, ne manca un pezzo.
Quindi come succedeva spesso (ad esempio anche San Petronio di Bologna) la mancanza di fondi interrompeva i lavori e la cattedrale rimase senza addirittura un piano.
Indirizzo: Piazza Prampolini – 42121 Reggio nell’Emilia
Orari di apertura: Dal Lunedì al Sabato 07:30 – 19:30
Domenica e festivi 09.00 – 13.00 / 15.00 – 19.30
I chiostri di San Pietro
I chiostri di San Pietro rappresentano un complesso monumentale del 1500 che per la sua natura funzionale si prestano ad essere un hub culturale e artistico.
Nel corso dei secoli questo complesso monastico ha assunto diverse forme d’uso passando dal semplice chiostro di un complesso monastico ad un istituto di istruzione per “fanciulle” e poi a magazzino militare e infine a sede del Tribunale.
La particolarità di questo complesso monumentale sono le sue dimensioni e la natura polivalente che assume oggi: in una cornice architettonica incredibile è diventato un luogo di arte e cultura a disposizione della cittadinanza, dove vengono organizzati periodicamente eventi a diversi livelli con una cornice scenografica. Ma non solo, il complesso monastico divenuto di proprietà del Comune di Reggio Emilia ospita anche coworking, spazi per laboratori ed eventi professionali e il Food in Chiostri, dove ho mangiato io durante la visita di Reggio Emilia. Un luogo polivalente, scenografico, di arte e storia che è anche la sede principale degli eventi e delle mostre di Fotografia Europea, uno dei Festival culturali più importanti dedicato alla fotografia contemporanea.
Indirizzo: Via Emilia San Pietro, 44c – 42121 Reggio nell’Emilia
Orari di apertura: Martedì – Venerdì 16.00 – 18.00
Sabato–Domenica – Festivi 10.00 – 18.00
Lunedì CHIUSO
In orario di apertura, è possibile visitare liberamente e gratuitamente i Chiostri di San Pietro.
La sala del Tricolore
Lo ammetto: la sala del tricolore è una delle cose che mi ha maggiormente emozionato nella mia visita a Reggio Emilia e credo che sia una visita imprescindibile.
La sala oggi è il luogo dove si tengono i consigli comunali, si accede da Piazza Prampolini, la stessa dove affaccia anche la Cattedrale.
Questa sala, molto bella anche come architettura, sembra un piccolo teatro, è la sala dove è nata la bandiera tricolore italiana il 7 gennaio 1797.
Nella sala è esposto un modello della prima bandiera, una riproduzione che rappresenta la prima vera bandiera. Si nota subito come in origine fosse un pochino diversa, somigliava molto alla bandiera francese, ma al posto del blu era stato messo il verde che rappresentava il colore delle divise delle Milizie Milanesi.
Come avvenne la nascita di questa bandiera?
In realtà pare che nacque come una coccarda partendo dai colori dalle coccarde e dal vessillo Francese a cui inevitabilmente la Repubblica Cispadana era legata come Repubblica sorella della Repubblica Francese. In pratica questa Repubblica che abbracciava proprio la zona Emilia (fino alla Romagna in certi periodi) era praticamente Francese, ma la nascita di questa bandiera proclamava l’autodeterminazione dei popoli, quindi una sorta di atto di indipendenza rispetto al Paese straniero (la Francia) che deteneva il potere.
Gli eventi storici esatti, molto affascinanti ed emozionanti, te li puoi far raccontare dalla guida che ti potrà accompagnare in visita a questa Sala che rappresenta la nascita della Repubblica Italiana: ti sfido a rimanere freddo e impassibile dentro a questa stanza, il racconto di come i patrioti hanno ottenuto l’autonomia, hanno istituito i colori del nostro vessillo, hanno condotto la rivoluzione a costo della loro vita è davvero emozionante specialmente di questi tempi.
Un’altra cosa interessante relativa all’architettura di questa stanza è che era nata destinata per essere un archivio, con le balconate piene di scaffali e documenti che però data la grande quantità di legno e carta era facilmente soggetta ad incendi e quindi le venne cambiata la destinazione d’uso.
Qui nello stesso palazzo della Sala del Tricolore puoi trovare anche il Museo del tricolore che raccoglie testimonianze legate alla bandiera stessa e al Risorgimento Italiano. Io non ho potuto visitarlo per mancanza di tempo, ma credo che non si possa mancare.
La mia visita storico-artistica è finita qui, ma la mia passeggiata a Reggio Emilia no, tanto che tra le cose che davvero mi sono piaciute ci sono state le piazze.
Indirizzo: Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio nell’Emilia
Orari di apertura:
Settembre-Giugno: Da Martedì a Venerdì: 15-18
Sabato, Domenica e festivi: 10-13; 15-18.
Apertura al mattino su richiesta (9-12) e con almeno 24 ore di preavviso, tranne i giorni festivi.
Luglio-Agosto Da Martedì a Venerdì: 10-13
Sabato, Domenica e festivi: 10-13; 16-19.
Essendo frequentemente utilizzata per matrimoni e consigli comunali, consigliamo di telefonare anticipatamente per essere certi di poter entrare.
Ingresso gratuito. Prenotazione obbligatoria per i gruppi.
Piazze di Reggio Emilia
Oltre alla piazza Prampolini dove affaccia la Cattedrale e il Palazzo Comunale con la Sala del Tricolore ho visto:
- Piazza Martiri 7 luglio 1960, Piazza della Vittoria, Piazza dei Teatri che una dopo l’altra si susseguono in un continuo uno dietro l’altra.
- Piazza San Prospero da cui puoi ammirare la torre campanaria ottagonale considerato il simbolo di Reggio Emilia e la Basilica di San Prospero oltre che una prospettiva alternativa alla facciata della Cattedrale
- Piazza Roversi, che sarà perché il cielo di sfondo era incredibilmente blu, mi ha fatto proprio esclamare di meraviglia
- Piazza Fontanesi: un salotto in città che anche in virtù del fatto che all’inizio di Ottobre la temperatura era piacevole mi ha permesso di godermela con una cena all’aperto
Piazza Martiri del 7 luglio 1960
È una piazza molto importante per Reggio Emilia, per l’evento a cui è dedicata, il sacrificio di alcuni operai durante una manifestazione sindacale. La piazza ha 3 cose bellissime:
- è in continuo con tutte le altre piazze che si susseguono formando un unico grande spazio: Piazza della Vittoria e Piazza dei Teatri
- Su questa Piazza si affacciano ben due dei Teatri di Reggio Emilia
- è presente la Fontana del Tricolore: un gioco di fontane che alla sera si colorano rendendo questa Piazza ( o insieme di Piazze) un angolo molto bello e molto elegante della città.
Piazza Roversi
Piazza Roversi mi è piaciuta molto per il contrasto che si potrebbe dire “tra sacro e profano” oppure tra storico e moderno. È una piazza rimodernata recentemente e l’aspetto è davvero scenografico.
Ovviamente come in tutte le città questa ristrutturazione è stata soggetta a pareri favorevoli e contrari proprio per l’abbinamento del classico con lo storico/religioso, ma, sarà che la giornata in cui l’ho vista io era davvero bella, che non poteva non piacermi. Guarda la foto qui sotto: ti sembra che l’accostamento storico/moderno sia azzardato? Io la trovo magnifica.
Piazza Fontanesi
Piazza Fontanesi è un salotto, il salotto della città, oppure un giardino, un bosco in città. È il fulcro della movida reggiana ma è anche un posto che solo a vederlo mette serenità, probabilmente per la presenza dei tanti alberi che adornano la piazza rendendola davvero simile ad un bosco in città.
Io ho visto PIazza Fontanesi di sera, dove sono andata per cenare e anche la scenografia notturna con le luci abbastanza soffuse me l’ha fatta apparire molto bella.
Divanetti e sedute sparsi sulla piazza sotto gli alberi, alcuni anziani che giocavano a carte e i tavolini all’aperto dei locali che affacciano sulla piazza dove mangiare e bere qualche cosa: bella davvero.
Curiosa Meravigliosa
Si tratta di un’opera d’arte pubblica realizzata da Joan Fontcuberta, è inutile cercarla perché ti si mostrerà sicuramente da sola.
È molto grande e ben visibile, si trova sulla facciata dei Musei Civici di Reggio Emilia.
L’opera rappresenta un pavone, visto da lontano, perché invece da vicino è l’insieme di 12.000 fotografie inviate dalla gente comune a formare un unico soggetto (il pavone).
L’opera è stata inaugurata il 30 settembre 2022 e rappresenta l’esempio di un’opera d’arte collettiva legata però alla Fotografia che è uno dei leit motiv della Città di Reggio Emilia
Viale Umberto I
Viale Umberto I è la via bella ed elegante della città. Recentemente riqualificato, mi ha ricordato i viali parigini.
Bello per la passeggiata ma soprattutto perché Viale Umberto I, inaugurato nella sua nuova veste il 16 ottobre 2022 è da sempre la direttrice di uscita verso Sud della Città.
La via che conduce verso le prime colline reggiane, la direttrice che rappresenta il tratto cittadino della Via Matildica del Volto Santo, l’ingresso nelle terre Matildiche, nella storia Medievale di questa zona e nelle vicende di Matilde che però meritano un articolo a parte.
Mangiare a Reggio Emilia
Il capitolo del cibo a Reggio Emilia, credo che sia molto difficile da trattare, in fondo in Emilia Romagna è difficile consigliare posti piuttosto che altri proprio perché è molto facile mangiare bene.
La mia visita è durata poco più di mezza giornata, per cui, ho potuto solo pranzare e cenare e per questo ti consiglio i posti dove ho mangiato io:
- Food in Chiostri: l’area food dei Chiostri di San Pietro esattamente DENTRO i chiostri
- Bistrot Canossa in Piazza Fontanesi
Food in Chiostri
Food in chiostri è un locale molto carino, con arredi colorati e minimali. Noi abbiamo mangiato all’esterno, la giornata lo consentiva, e la cosa speciale che ho assaggiato qui sono stati il mio primo erbazzone reggiano e le chizze reggiane, involtini di pasta, fritti, con formaggio
Bistrot Canossa
Il Bistrot Canossa si trova in Piazza Fontanesi e i tavolini esterni si ambientano perfettamente con il resto della piazza/salotto.
L’ambiente è molto carino e d’atmosfera e i piatti molto belli, buoni e curati e tutti con una punta di tipicità
- Tortino di Asparagi con PARMIGIANO REGGIANO e zafferano
- TAGLIATELLE ai funghi porcini e PROSCIUTTO DI PARMA
- Assaggi di torte della casa
Oltre all’immancabile Erbazzone e al vino.
Sul vino voglio dire un paio di parole e non di più, perché non sono esperta, ma quel che è buono lo noto anche senza essere sommelier: La Spergola!
Ho scoperto essere un vitigno tipicamente Reggiano, quasi dimenticato per lungo tempo e poi riportato in auge come vino in purezza: infatti fino alla sua riscoperta come vitigno da vinificare in purezza era un vino da taglio. Invece la Spergola merita di vivere di vita propria perchè ha un’acidità, una freschezza e una vivacità che mi sono piaciuti davvero tanto. Per quel che riguarda i miei gusti, la Spergola, nella mia classifica personale, è al livello delle “classiche” bollicine che sono il mio genere di vino preferito
Diciamo che da questa cena la Spergola è diventata una costante di tutto il tour, quindi non dimenticarlo se vieni a visitare Reggio Emilia.
Il mio tour di Reggio Emilia in un giorno finisce qui: l’ho trovata una città molto carina e vivibile, interessante e godereccia, mi ha lasciato la sensazione che un po’ mi lasciano le città dell’Emilia che non sono troppo grandi da essere metropoli che sono abbastanza grandi da essere considerate città, ma che mantengono un’atmosfera di provincia con gli anziani che giocano a carte, le persone che girano in bici, che mi fa sentire decisamente in Emilia
Se hai bisogno di aiuto per organizzare la tua visita a Reggio Emilia ti consiglio di rivolgerti ad Itinere, agenzia di incoming a Reggio Emilia,
il tour è parte di un Progetto coofinanziato da Destinazione Turistica Emilia (PTPL 2022) e da 12 Enti ed Associazioni del Territorio, di cui il Comune di Reggio Emilia è capofila.
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