Corno alle scale: la montagna di Bologna. Il Corno alle scale si trova all’interno del Parco regionale del Corno alle scale. Si trova nell’appennino settentrionale e la cima del Corno alle Scale è la vetta più alta dell’appennino Bolognese. Geograficamente il massiccio che ospita la cima si trova all’incrocio delle province di Bologna, Modena e Pistoia, questo luogo è anche una rinomata stazione sciistica: qui si allenava Alberto Tomba, il campione di sci bolognese che negli anni 90 vinceva qualunque gara.
Non ho mai preso in considerazione l’appennino come luogo dove poter fare un trekking che si potesse chiamare “serio”: tanta, ma tanta fatica, tanta salita, tanta roccia e panorami da alte quote. Per me, fare trekking in appennino voleva dire soffrire il caldo, attraversare boschi di faggio (che per me non fanno montagna) e godere dei panorami tipicamente montani che a me piacciono molto di più di quelli collinosi.
Lo scorso anno durante la mia esperienza sulla via degli Dei la nostra guida ci indicò dalla sommità del Monte Adone, il profilo del Corno alle Scale e da quel momento e fino a che non ho concluso il mio percorso a Firenze non ho potuto fare a meno di pensare al Corno.
Dopo una settimana dal mio ritorno da Firenze, ero già là! Avevo già studiato i possibili percorsi, già visto come arrivare. Devo ammetterlo: per tanti anni in cui l’ho snobbato in quel momento che potevo conoscerlo ero molto emozionata anche se le mie aspettative erano davvero basse. (Per i motivi che ti ho detto sopra)
Il percorso che avevo scelto per la mia ascesa partiva dal Rifugio Cavone affacciato su un laghetto artificiale del Cavone e circondato da una boschetto di faggi dove è possibile fare un picnic nell’area attrezzata.
Continua a leggere che troverai tutti i percorsi che ho testato io
Dove si trova il Corno alle Scale
Il Parco regionale del Corno alle Scale di trova nel Comune di Lizzano in Belvedere che è l’estremo Sud della Provincia di Bologna al confine con la Provincia di Pistoia. Dalla Croce del Corno verso Nord si può ammirare la pianura, la città di Bologna, e nelle giornate limpidissime anche le Alpi, nello specifico il Monte Rosa.
Nella zona Sud invece la vista affaccia sulla Toscana, sulla provincia di Pistoia, ma anche qui nelle giornate limpidissime si può quasi vedere il Mar Tirreno.
Volgendo lo sguardo ad Ovest fa capolino il Monte Cimone, la cima più alta di tutto l’appenino settentrionale, che si trova nella provincia di Modena.
Dai uno sguardo nella mappa qui sotto per farti un’idea più precisa della posizione
Corno alle Scale: perché si chiama così?
Il Corno alle Scale deve il suo nome alle caratteristiche fisiche che lo contraddistinguono ovvero il fatto di essere un “corno” e di avere le “scale” le caratteristiche stratificazioni che lo identificano sono chamate appunto scale. Corno, però in questo caso va interpretato come “ala”, come parte laterale di una catena montuosa.
Rifugio Cavone
Il rifugio del Cavone funziona da punto ristoro prima delle piste e degli impianti da sci che si sviluppano nel circo glaciale del Corno alle Scale poco più avanti, dove termina la strada in località Le Polle. Al rifugio Cavone c’è la partenza di una seggiovia che serve le piste da sci durante il periodo invernale, l’invaso aritificiale e l’area attrezzata dove poter fare pic nic e grigliate.
Il Rifugio Cavone è un punto di ristoro dove è possibile fermarsi per un caffè ma anche per pranzo tipicamente montanaro quindi in questa zona è possibile passare una bella giornata di relax anche se non si è amanti del trekking e della fatica.
Le Polle
Le Polle è un’altra località in prossimità del Corno alle scale, anzi direi proprio dentro al massiccio del Corno in quanto si trova alla base del massiccio montuoso all’interno del circo glaciale dove in inverno si snodano le piste da sci del comprensorio del Corno Sci, le stesse dove si allenava il campione Alberto Tomba. In questa zona c’è possibilità di parcheggio ma anche di noleggio attrezzatura da sci e da neve, bar, ristoro e anche le partenze degli impianti di risalita.
Trekking al Corno alle Scale.
Sicuramente questa zona negli anni 90 è diventata molto famosa per gli amanti degli sport sulla neve, e anche se io l’ho sempre snobbata è in estate un ottimo campo di prova per trekking che partendo da zone diverse e con difficoltà differenti permettono di fare delle bellissime escursioni di trekking che ti fanno dimenticare di essere in appennino.
Sentieri al Corno alle Scale.
Si possono percorrere diversi sentieri per poter raggiungere l’emblematica croce che rappresenta un po’ un punto di arrivo per varie escursioni da compiere in zona.
Io ti consiglierò quelle che ho provato personalmente con le rispettive indicazioni e valutazioni. Sono davvero tutte molto belle e ciascuna di loro è stata percorsa in momenti stagionali e climatici diversi rendendo l’esperienza del Corno qualche cosa di davvero emozionante con tutte quelle caratterstiche che solitamente cerco nel trekking di Alta montagna.
Accesso al Corno alle Scale tramite i Balzi dell’Ora: Tra tutti i percorsi per accedere è considerato quello più difficile perché i Balzi dell’Ora sono un tratto particolamente esposto e possono essere pericolosi se percorsi in condizioni climatiche non ottimali
Accesso al Corno alle Scale tramite il Passo della Porticciola: Segnavia 335 camminando sull’Alpe di Corneta. Tutta salita fra rado bosco e praterie (sulle piste da sci) nessuna difficoltà tecnica un po’ più lungo del precedente. Fatto in pieno inverno in notturna con la neve, ma fatto anche in primavera con la nebbia e la pioggia.
Accesso al Corno alle Scale salendo dal Lago Scaffaiolo attraverso il sentiero 00 che dallo Scaffaiolo arriva alla Croce del Corno. Per arrivare al rifugio Duca D’Abruzzi attraverso la Val di Gorgo, che io ho fatto in notturna ma che mi è parsa molto bella
Accesso Al Corno dal Rifugio Segavecchia, dove arrivi in auto, parcheggi e parti per arrivare alla Croce del Corno attraverso il Passo del Cancellino. Percorso per niente difficile a livello tecnico ma forse quello che è risultato essere il più lungo da affrontare.
Al Corno alle scale attraverso i Balzi dell’Ora
Il percorso che sto per raccontarti è stato il mio primo percorso nel Parco Regionale del Corno alle Scale. Lo avevo scelto anche se il trekking, per un tratto, è segnalato come EE (escursionistico esperto). In realtà il tratto più complesso è un solo tratto ben delimitato che non necessità esperienza alpinistica, ma che ha bisogno di essere affrontato con la giusta consapevolezza, soprattutto va evitato in modo particolare in caso di pioggia, neve e condizioni climatiche non proprio perfette.
Per poter accedere ai Balzi dell’Ora è necessario:
- non soffrire di vertigini
- avere le calzature giuste (scarponi da trekking)
- non avere particolari problemi fisici
Il tratto è straordinariamente panoramico, scenografico e anche divertente.
- Segnaletica CAI 335-337 –> 337 (129)
- Dislivello: circa +500 metri
- Tempo impiegato: circa due ore
Si parte dal Rifugio Cavone entrando nella faggeta attrezzata per le grigliate e costeggiando il lago seguendo i segnavia 335-337 e le indicazioni per il “Corno” e Monte La Nuda. Il sentiero comincia a salire all’interno della faggeta e costeggiando il Rio Piano che quasi fino alla fine rimane sulla sinistra.
Alla fine della faggeta oltrepassato il rio con un piccolo ponticello di legno, il panorama si apre su quella che viene chiamata la Valle del Silenzio.
Io la prima volta l’ho vista alla fine di settembre in una bellissima giornata di sole. La Valle del Silenzio si è aperta davanti ai miei occhi come un tratto alpino particolarmente bello con la parete di roccia stratificata e la valle dei Canalini particolarmente colorata per via delle praterie di mirtillo che ricoprono i pendii.
Dal bivio segnalato si segue il sentiero CAI 337(129) che conduce fino al passo del Vallone attraversando la Valle del Silenzio sulla sinistra. Al passo del Vallone, notevole per il panorama che si presenta, si sceglie di proseguire verso il Monte la Nuda (CAI 129) o verso Punta Sofia attraverso il Balzi dell’Ora seguendo il sentiero 337.
Sul Passo del Vallone ho preso fiato, non per la stanchezza quanto per l’adrenalina (e il vento) che ha cominciato a soffiare poco prima di attaccare i Balzi. Il percorso è davvero scenografico e divertente a tratti camini sul crinale con lo strapiombo da una parte e dall’altra a tratti ti devi arrampicare sui “balzi” veri e propri che sono dei veri e propri gradini di roccia che sono posizionati proprio sul crinale, l’ultimo tratto è attrezzato con gradoni di terra e legno per facilitare la salita.
Dalla croce di vetta, posizionata su Punta Sofia, alla vetta del Corno alle Scale, sono poche centinaia di metri pianeggianti.
Al Corno alle scale attraverso il valico della Porticciola
- Segnaletica CAI 335
- Dislivello: circa +500 metri
- Tempo impiegato: circa un’ora e quaranta
Per evitare i Balzi dell’Ora, si può deviare per il sentiero CAI 335 dal bivio nella Valle del Silenzio che porta prima al Valico di Porticciola e poi sull’Alpe di Rocca Corneta. Questo percorso è da preferire quando non ci si senta abbastanza sicuri nell’affrontare i balzi, o quando le condizioni metereologiche non consentano proprio di affrontare i Balzi dell’Ora che sono sconsigliatissimi nel caso di terreno e rocce bagnate e di vento intenso
Io ho usato questo percorso sia l’altra domenica perché a valle piovigginava sia a gennaio con la neve e in notturna. In quel caso era decisamente sconsigliato scegliere il sentiero 337 quando c’era a neve e il ghiaccio e siamo saliti con il buio per vedere l’alba.
Dalla valle del Silenzio, si sale lungo un sentiero che attraversa un breve boschetto, dove spero sempre di vedere i mufloni, si arriva al valico di Porticciola e poi di cammina e si percorre l’Alpe di Rocca Corneta che nel periodo invernale è la base delle piste da sci. L’alpe di Rocca Corneta è percorribile con un sentiero tracciato ma tutto intorno, il sentiero, è circondato da praterie di mirtillo.
Quando sono salita a gennaio ho visto dall’Alpe di Rocca Corneta, una delle albe più spettacolari che mai.
Entrambe le escursioni che ti ho segnalato qua sopra possono diventare percorsi ad anello che richiedono in tutto circa 4/5 ore per essere completati dalla Croce di Punta Sofia è sufficiente inboccare il sentiero 00 verso il lago Scaffaiolo, dove arrivati al rifugio è possibile imboccare la carraia di servizio al rifugio e scendere dalle Polle e poi percorrere il tratto di strada di circa un chilomentro che ti divide dal laghetto del Cavone. Oppure imboccare il sentiero per il rifugio le Malghe, che attraversa le piste da sci per raggiungere la Porticciola e scendere al Cavone.
Al Corno alle Scale dal Lago Scaffaiolo
- Segnaletica CAI 00
- Dislivello: circa +170 metri
- Tempo impiegato: circa un’ora
Dal lago Scaffaiolo alla Croce del Corno ci vuol circa un’oretta. Il lago Scaffaiolo si trova ad un’altitudine di circa 1775 metri e quindi il dislivello da affrontare per raggiungere Punta Sofia è davvero minimo, questo non significa che il percorso non valga la pena anzi. Il sentiero è assolutamente straordinario e anche molto rilassante: gira in quota, in parte sul crinale e in parte affacciato cul circo glaciale dove la valle che guarda verso la località le Polle è un puzzle di colori di una bellezza straordinaria in ogni stagione.
In autunno i vaccinieti (brughiere di mirtilli) prendono mille sfumature dal giallo al rosso intenso, in inverno con la neve sembra di stare nello scenario incantato di una fiaba del Nord e in questa stagione le praterie sono punteggiate di giallo e viola dei fiori che sono sbocciati in quota.
Per arrivare al lago Scaffaiolo si cammina lungo l’antico sentiero che dalle Polle conduce al Lago attraverso la Val di Gorgo CAI 333+401 per circa un’ora e mezza oppure attraverso la carrareccia di servizio al Rifugio Scaffaiolo che sale dalle Polle.
Al Corno alle scale partendo da rifugio Segavecchia
Al Rifugio Segavecchia ci si arriva in auto. L’ultimo tratto di strada prima del rifugio è un po’ stretto ma molto bello. Il Rifugio Segavecchia è la base di partenza
- Segnaletica CAI 121+ 00
- Dislivello: +700
- Tempo impiegato: circa 3:15
Il rifugio Segavecchia è la partenza per il Corno più bassa tra quelle che ti ho presentato. È inevitabile che il dislivello sia maggiore e che mi sia sembrata l’escursione più lunga in assoluto.
La vista del Corno prima di arrivare al Passo del Cancellino è per me l’immagine più selvaggia e più “montana” che io abbia visto delle varie prospettive che ho delle salite al Corno. Una parte della salita avviene nel bosco, una parte della salita è in mezzo alle praterie di mirtilli, una parte sulle praterie e sul versante erboso prima del Passo del Cancellino, in corrispondenza del bivio verso il Monte Gennaio. (appena arrivati al culmine della salita a sinistra il monte Gennaio a destra il Corno alle scale).
Ho avuto a fortuna di poterli percorrere in una meravigliosa giornata di sole dove i colori erano talmente saturi e vividi da sembrare finti. Il rientro, dopo una visitina al lago Scaffaiolo, è avvenuto tramite lo stesso percorso 00+121 al contrario.
La Fauna nel Parco Regionale del Corno alle scale
Se c’è una cosa che cerco in modo insistente quando vado al Corno alle scale e che ancora non sono riuscita a trovare è la fauna perché al Corno alle Scale ci sono molte particolarità.
In particolare quello che davvero vorrei vedere è una mandria di mufloni.
I Mufloni sono una specie di capra selvatica con delle corna molto pronunciate e spiralate. Non sono specie autoctone della zona ma furono introdotte, dalla Sardegna, nel dopoguerra.
Altra specie faunistica non autoctona che ha trovato casa al Corno sono le marmotte che anche se non autoctone si son ben ambientate in quest zona e il lupo che è tornato ad abitare qui.
Nella categoria dei volatili invece ci sono un’infinità di specie, ma soprattutto udite udite la poiana e l’aquila reale che ho invece ho visto volteggiare all’interno del circo glaciale che circonda l’Alpe di Rocca Corneta.
I mirtilli del Corno alle scale
I pendii del Corno alle Scale sono ricoperti da intere brughiere di mirtilli. Andando durante la stagione estiva è facile cadere nella tentazione di raccogliere i mirtilli ma anche muschi, fragole, lamponi, more di rovo, bacche di ginepro. Non si può. Ovvero la raccolta è regolamentata e quindi non si possono raccogliere questi frutti della natura senza tesserino e senza rispettare le norme sulle quantità.
I tesserini per raccogliere i mirtilli e gli altri frutti sono rilasciati dall’Ente Parco e si possono acquistare presso la sede e i Centri Visita del Parco, gli uffici I.A.T. di
Lizzano in Belvedere e Vidiciatico, e presso esercizi pubblici convenzionati.
Quindi attenzione alla tentazione di raccogliere i mirtilli.
Dormire al Corno alle Scale
Per dormire al Corno alle Scale o in prossimità del Corno come a Lizzano in Belvedere o a Vidiciatico ci sono diverse soluzioni che potrai scegliere in base alle tue abitudini
Corno alle scale in camper
Con il camper o con un van puoi sostare nel parcheggio antistante il rifugio del Cavone con possibilità di carico e scarico: è gratuito
Anche nei paesi di Lizzano in Belvedere e di Vidiciatico è possibile sostare in ampi parcheggi gratuiti
L’area attrezzata più vicino al Corno si trova a Porretta Terme: puoi chiedere informazioni a iat@comune.porrettaterme.bo.it
Dormire in tenda corno alle scale
Puoi scegliere le stesse soluzioni del camper anche con la tenda da tetto. La possibilità di sosta più vicina e comoda è sicuramente quella del parcheggio del rifugio Cavone.
Se invece vuoi dormire con la tenda da terra allora è necessario che tu faccia attenzione ai divieti. In quota generalmente vige la regola del bivacco ovvero montare la tenda al tramonto e smontarla con l’alba.
Il bivacco non è consentito nella zona “A” che è una zona di protezione integrale e che puoi vedere in questa mappa dell’ente parco
Sulle vette del Corno è sempre molto ventoso, infatti le tende le ho viste vicino alla Capanna Sasseto, rifugio non custodito che al momento dovrebbe essere chiuso. Infatti la zona è utilizzata per montare le tende in zona riparata dal vento
Corno alle scale hotel e camere
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