Tra i cammini dell’Emilia Romagna, in provincia di Reggio Emilia, oltre al cammino della Via Matildica ho camminato anche sul Sentiero dei Ducati, un percorso di 180 chilomentri che parte dal comune di Quattro Castella e arriva in Lunigiana, a Luni oppure a Sarzana. Ti accompagno lungo la prima tappa (che fatto al contrario) per raccontontarti perchè vale la pena organizzare questo cammino.
Quando è nato il Sentiero dei Ducati
La prima traccia del Sentiero dei Ducati è nato nel 1993, l’anno in cui fu pubblicata la guida relativa a cura di Daniele Canossini e Cervi Giuliano, che avevano creato la guida che tracciava il percorso da Quattro Castella fino al Tirreno.
A seguire nel 2019 il CAI di Reggio Emilia ha istituito un gruppo di lavoro per il rilancio di questo percorso di trekking con l’obbiettivo di farlo conoscere ad un pubblico più ampio.
E se non posso dare l’opinione diretta su tutto il percorso per intero, posso sicuramente dire che parte della prima tappa che ho pecorso io è decisamente interessante.
Il mio percorso sul sentiero dei Ducati: da castello a castello.
Il mio percorso è cominciato proprio ai piedi del Castello di Canossa, ed è terminato al Castello di Bianello, proprio come dicevo “da castello a castello”: quindi il Sentiero dei Ducati si interseca con la Via Matildica del Volto Santo.
Il percorso si è svolto per un pezzettino sulla strada asfaltata (caratteristica tipica dei cammini), per poi inoltrarsi nella natura e attraversare i campi coltivati, infilarsi dentro al bosco, scollinare collinette e godere di un panorama unico: ad un certo punto del percorso nel mezzo dei campi poco prima di inboccare la salita vera e propria, ci si ritrova con il Castello di Canossa alle spalle, il Castello di Rossena e la torre di Rossenella di lato.
Il Castello di Bianello si scorge quando si smette di vedere gli altri castelli, ma tutti questi sistemi difensivi facevano tutti parte dei possedimenti di Matilde di Canossa.
La tratta che ho percorso io, e che rispetto alla tracciatura ufficiale possiamo considerare, come una bella variazione, mi ha permesso di camminare per circa 12 km con un dislilvello positivo di circa 500 metri. Ho impiegato meno di 5 ore, ma è stato un trekking accompagnato dalla nostra guida CAI Giorgio, quindi ci siamo presi tutto il tempo di cui avevamo bisogno per ascoltare storie, fare foto, ammirare i panorami. Insomma quello che si dovrebbe sempre fare in un trekking come questo dove la natura e la storia sono fusi in modo assoluto.
Quando la vista perde le vedute sui Castelli di Canossa, di Rossena e di Rossenella, si passa attraverso il bosco, e quando finisce anche il bosco, si apre un panorama storico ma un po’ differente dal precedente: davanti mi sono ritrovata con 4 collinette continue sulla cui sommità sorgeva un Castello
Il video qui sotto è un riassunto del mio percorso lungo la prima tappa del Sentiero dei Ducati fatta al contrario, cioè andando verso Quattro Castella, invece che partendo dal centro del comune.
Organizza il tuo trekking sul Sentiero dei Ducati
Ufficialmente le tappe del Sentiero dei Ducati sono 11 e, a parte la partenza da Quattro Castella e il Castello di Bianello, che si possono visitare prima di affrontare la prima tappa, lungo tutto il percorso è possibile trovare molti spunti culturali: altri castelli, piccoli borghi storici, laghi, chiese, punti panoramici, siti archeologici, musei, siti naturalistici particolarmente importanti.
Le Terre Matildiche che fanno da cornice al Sentiero dei Ducati si trovano all’interno di aree particolamente speciali e lungo il percorso è possibile incrociare:
- Paesaggio Protetto Collina Reggiana – Terre di Matilde caratterizzato da una varietà di terreno davvero particolare come ad esempio i calanchi di Matilde che si possono ammirare dal Castello di Canossa, oppure le ofioliti di Rossena, caratteristiche rocce antichissime di origine vulcanica su cui poggiano il Castello di Rossena e la Torre di Rossenella
- la Riserva Naturale della Rupe di Campotrera
- Il Parco Regionale delle Alpi Apuane
- Aree SIC che sono aree naturalistiche di importanza comunitaria
- Riserva di Biosfera MAB-UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano.
Il sentiero è compreso per la maggior parte del suo percorso nella riserva di Biosfera Mab Unesco dell’appennino Tosco Emiliano che è zona riconosciuta e protetta dall’UNESCO, generalmente le zone MAB sono composte da eco sistemi terrestri, marini, costieri, dove vengono studiati e promossi interventi di cooperazione scientifica, eco sostenibilità con il coinvolgimento delle comunità locali.
Se vuoi approfondire le attività che vengono svolte all’interno delle Riserve di Biosfera Mab-Unesco puoi leggere direttamente nel sito Mab Appennino
Come vedi, camminare su questo sentiero, è molto molto di più di un semplice trekking in appennino.
Lo so! I chilometri sono tanti, ma anche le cose da vedere sono talmente tante che sarebbe un peccato non approffitare: un cammino intero è sempre molto emozionante, sapere di dover raggiungere a piedi un luogo che si trova a più di 100 chilomentri di distanza ha il sapore di impresa epica e un’esperienza ineguagliabile fisica e spirituale.
Capisco che non si possa sempre disporre di tutto il tempo che si desidera e che non tutti possano affrontare il Sentiero dei Ducati per intero, quindi il mio consiglio è quello di organizzare dei tratti più brevi che nel corso del tempo ti consentano di scoprire tutto il percorso.
Se hai bisogno di aiuto per organizzare il trekking o le tue tratte, puoi consultare la mappa dove trovi sia il tracciamento del sentiero, che i punti di interesse a cui dedicare una visita o uno stop senza dimenticare i punti sosta e i luoghi dove mangiare. Mappa del Sentiero dei Ducati
Se ti servono anche le tracce GPS per organizzare il tuo percorso le puoi scaricare da qui: Mappe Gpx Sentiero dei Ducati
Il Sentiero dei Ducati si può percorrere anche in bici.
Quattro Castella: l’inizio del sentiero dei Ducati
Il nome di questo comune non è un caso: la sua caratteristica è quella di essere dislocato su un territorio caratterizzato da 4 colli contigui uno all’altro.
Su ciascuno di questi colli (Montevecchio, Bianello, Montelucio e Montezane) era presente un castello. Oggi si possono scorgere alcuni ruderi del quarto castello, nessuno sui primi due colli, mentre a Bianello il castello è integro e visitabile.
Infatti il Castello di Bianello è stata la nostra fine tappa.
Quattro Castella è un Comune a cui Matilde di Canossa era legata, dove passava parte del suo tempo, e dove ogni anno viene organizzato il Corteo Matildico, una rievocazione storica che ha una tradizione di più di 50 anni.
A dimostrazione del fatto che Matilde, come la chiamano qui, nella provincia di Reggio Emilia, è considerata un personaggio mitico, benvoluta anche dopo un millennio.
Nei dintorni di Quattro Castella
Bianello
È il castello che si è maggiornemente conservato sui 4 colli di Quattro Castella, era di proprietà di Beatrice, madre di Matilde ed è rimasto intatto perché nel corso degli anni è stato abitato a lungo. Gli ultimi proprietari erano Carlo Bacigalupo e la sua amante e quindi gli interni sono tutti arredati non in stile medioevale ma di inizio Novecento.
Tra le cose interessanti di questo Castello ricco di stanze di ogni genere tutte completamente e perfettamente arredate ci sono una serie di curiosità:
- Su una scrivania puoi vedere uno dei primi telefoni accompagnato da un carta intestata dove nell’intestazione fa bella mostra di se il numero di telefono: 27
- In una stanza, vicino ad un letto c’è un comodino che ha una doppia funzione, e da cui si intuisce anche la derivazione del nome di questo mobile: comodino, comoda! Dentro al comodino aprendolo si scopre un WC che ricorda molto il mio Potty, quello che mi porto in giro quanto vado in viaggio.
- Per entrare nel Castello è necessario chiedere permesso. Sembra che la signora, amante dell’imprenditore Bacigalupo, per starsene bella serena mentre qualcuno visita il Castello, richieda che chi entra chieda il permesso e quindi l’avvisi che in casa ci sono ospiti. Ci sono stati diversi avvistamenti del fantasma della Signora, c’è addirittura una foto scattata in uno specchio di una stanza da letto, dove si vede chiaramente la sagoma.
- Nella torre del Castello di Bianello ha sede un’acetaia
Per organizzare la visita al Castello di Bianello e magari incontrare “la Signora” del Castello, puoi contattare l’associazione il Melograno
Se invece vuoi imparare, degustare, scoprire l’acetaia che si trova nella torre del Castello di Bianello, ti consiglio di metterti in contatto con La confraternita dell’aceto Balsamico tradizionale di Reggio Emilia
Parliamo un po’ anche di aceto Balsamico tradizionale
Credo che nella stragrande maggioranza dei casi, siamo tutti portati a pensare a Modena quando nominiamo l’aceto balsamico. L’aceto balsamico è tipico anche di Reggio Emilia, ovviamente sia Modena che Reggio Emilia reclamano l’origine del prodotto.
Pare che il primo scritto storico in cui si parla di Aceto balsamico fu una richiesta in cui Enrico III chiese al padre di Matilde di Canossa di poter ricevere in dono un’ampollina di aceto tanto speciale che veniva prodotto proprio a Canossa.
Campanilismi a parte l’aceto balsamico tradizionale è un prodotto che richiede una cura lunga ed estrema e che ha un disciplinare molto particolare, la produzione comincia da una base che si ottiene cuocendo il mosto.
La caratteristica produzione prevede che l’aceto venga prodotto attraverso una batteria di botticelle costruite in diverse essenze di legno che rilasciano all’aceto sentori caratteristici.
Le botticelle delle batterie hanno diverse dimensioni, diversi tipi di essenze di legno e il prodotto deve essere mano a mano travasato da botticella a botticella.
Pensa che l’aceto balsamico tradizionale, viene riconosciuto per invecchiamento e qualità attraverso il colore del sigillo che nella sua versione più preziosa è aragosta: questo tipo di aceto balsamico matura per 25 anni.
Capisci perché è un prodotto tanto prezioso? Talmente prezioso che nei territori dove si produce aceto, chi lo produce è solito regalare alla nascita dei figli una batteria di botticelle da lasciare come eredità.
Una visita nell’acetaia della torre di Bianello, ti fa capire esattamente cosa sia l’aceto balsamico tradizionale.
Dove mangiare e dormire lungo il Sentiero dei Ducati
Se devi organizzare il percorso per più giorni e quindi fare un itinerario che ti porterà ad allontanarti da Quattro Castella, allora puoi consultare la mappa che ti ho indicato poco sopra dove puoi trovare anche i posti dove mangiare e dove dormire lungo il percorso.
Se invece fai tappa a Quattro Castella ti consiglio il posto dove sono stata io:
Roncolo 1888 – Tenuta Venturini Baldini
La tenuta è meravigliosa, la villa anche, come anche tutto il contorno di paesaggio rurale fatto di vitigni che risalgono le colline circostanti.
Solo per darti un’idea alla reception c’è una mappa che ti indica dove ti trovi e dove si trovano invece tutti i servizi della tenuta come la piscina, la sala dove fare la colazione, il ristorante e dove sono indicati anche i nomi dei vitigni che circondano la villa Manodori, che risale al 1500.
Villa Manodori è la zona dove ci sono le stanze per gli ospiti, l’aspetto cinquecentesco esterno si accorda perfettamente con la modernità e l’essenzialità delle stanze che sono estreamente eleganti e dotate di ogni comfort. Dalle stanze di gode il parorama del giardino all’italiana
Ma qui a Roncolo 1888 ci sono diverse cose che si possono fare oltre a godersi le bellezze rinascimentali: essendo una tenuta di produzione si può fare una visita in cantina, rilassarsi in piscina, nella bella stagione, oppure partecipare ad una Lambrusco Experience
Una wine exprerience molto bella e che coinvolge, sia i vini della tenuta come Lambrusco e Spergola, sia un’esperienza con l’aceto balsamico.
E parlo di esperienza perché non si tratta di assaggiare e basta: l’assaggio è accompagnato dal racconto dei colori e dei profumi, delle metodologie di produzione, dei sogni e delle aspettative di chi produce il vino.
Anche quella con l’aceto balsamico è un’esperienza perché oltre all’assaggio e alle caratteristiche mi sono state spiegate anche le tecniche per l’assaggio dell’aceto balsamico tradizione.
E l’esperienza con l’aceto è possibile perché oltre ad essere produtti di vino, nella tenuta Baldini è presente anche l’acetaia di Canossa, una delle più antiche che ha il proprio posto negli antichi solai della tenuta. (Eh sì, l’aceto non va in cantina, ma va in alto)
L’acetaia è molto grande, le batterie di botticelle sono davvero tante: è davvero un’esperienza affascinante.
Ciliegina sulla torta per concludere l’esperienza nella zona di Quattro Castella è stata la cena presso il ristorante che si trova nella tenuta
Ristorante La Limonaia
Indovina perché questo ristorante si chiama la Limonaia.
Il ristorante che fa parte della tenuta è all’interno di una antica Limonaia ristrutturata, una serra dove venivano conservate le piante di limoni nella stagione fredda.
La caratteristica della Limonaia sono le ernormi pareti vetrate che creano luce e magia e la terrazza che affaccia sulle colline Matildiche dove vengono coltivate le vigne di Labrusco e di Spergola.
La terrazza è usufruibile anche d’inverno perchè chiusa da vetrate.
Apparecchiature e menù sono esse stesse una vera e proprio esperienza gastronomica con piatti gourmet ad ispirazione locale cucinati con prodotti come il Parmigiano Reggiano, gelatina di Lambrusco, aceto balsamico nel ripieno dei cioccolati e vini preziosi e locali rigorosamente e perfettamente abbinati.
L’ultima esperienza gastronomica l’ho fatta al mattino seguente su consiglio della responsabile di Villa Manodori (la villa della tenuta dove ho dormito); a colazione, per concludere in modo raffinato e rigorosamente local, ho ordinato una omelette con aceto balsamico.
Non sarei più andata via
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