Cortes apertas è un evento che fa parte di una manifestazione molto più ampia che si chiama Autunno in Barbagia e che coinvolge molti paesi di questa regione della Sardegna. Le Cortes Apertas di Fonni, il paese più alto della Sardegna, raccolgono tutta la cultura montanara-sarda, le tradizioni e gli antichi mestieri.
Fonni è stata l’ultima tappa di #BlogSessionInSardegna, il tour organizzato da Corsica Ferries, in occasione degli eventi che animano la Gallura e la Barbagia nel periodo autunnale, prima delle feste di Natale, come la Notte de Chelu di Berchidda.
Cortes apertas: vivere l’autunno in Barbagia
Cortes apertas è il modo sardo di chiamare la manifestazione che viene chiamata Autunno in Barbagia. Si tratta di una manifestazione che comprende 34 paesi della zona della Barbagia che da settembre a dicembre permettono a sardi e turisti di conoscere il cuore autentico della Sardegna. Ogni paese mette in piedi le proprie Cortes apertas, che in poche parole, si riassume in “corti, cortili aperti”.
Il fulcro centrale di questa manifestazione è proprio quella di aprire i cortili e le case del centro storico e di ricreare le ambientazioni che nell’antichità, in Sardegna, erano la quotidianità.
Mestieri, tradizioni, cultura e riti.
Fonni, il paese più alto della Sardegna
Fonni si trova in piena Barbagia, quella regione della Sardegna che per lungo tempo è stata famosa più per la cronaca nera che per le sue caratteristiche territoriali e culturali. Fonni è il paese più alto della Sardegna, si trova in montagna, ed è un paese talmente montanaro che è l’unico posto dove si può sciare in Sardegna. Sei incredulo? Lo ero anche io quando mi hanno raccontato che sui pendii delle montagne che sovrastano il paese, in inverno mettono in funzione l’impianto sciistico di Fonni e che la neve non è affatto un miraggio, ma una consuetudine a cui gli abitanti di questo paese sono abituati. La classica immagine della Sardegna fatta di mari azzurri e cristallini e di spiagge abbaglianti, è completamente ribaltata dalla conoscenza delle montagne della Sardegna.
Fa una strana impressione pensare di sciare in sardegna, pensare alla neve in questa regione italiana, eppure, come mi è stato ripetuto più e più volte, per quanto siamo abituati a pensare alla Sardegna come luogo di spiagge e di mare che vive in estate, la Sardegna, anche se circondata da acqua, è una regione di terra dalla cultura alla gastronomia.
Cortes Apertas di Fonni
La visita a Fonni è partita dal Santuario della Basilica della Madonna dei Martiri di Fonni che si trova all’interno di un complesso conventuale che un tempo serviva anche per ospitare i pellegrini. Il santuario è tutto completamente affrescato e di affresco in affresco racconta la storia della cristianizzazione di Sardegna.
Dentro alla basilica invece, un trittico di statue ha attirato la mia attenzione: un San giuseppe che tiene in braccio un bambino io non l’avevo mai visto.
Io un San Giuseppe che tiene in braccio il bambino Gesù non l’avevo mai visto. #blogsessioninsardegna #autunnoinbarbagia #sardegnadautunno #navigialle #atlantiswine #fonni #sardiniaferries pic.twitter.com/PenyYdOKGV
— Monica Liverani (@ideedituttounpo) 10 dicembre 2017
Le Cortes Apertas di Fonni (chissà se ho legato bene l’articolo 😉 ) si sviluppano lungo i viottoli del borgo di Fonni. I cortili si aprono, i palazzi storici, le cantine e i soppalchi sono tutti allestiti come se il paese avesse fatto un salto indietro nel tempo.
Quando parlo di palazzi storici non immaginare eleganti e signorili palazzi nobiliari, le case del centro storico sono case di montagna, costruite, nella maggior parte dei casi, con la pietra tipica che si trova in zona.
L’organizzazione delle case della tradizione pastorale
Con l’apertura dei cortili e dei locali storici è possibile immergersi nella quotidianità di un paese di montagna dell’interno della Sardegna.
In alcune case sono stati ricostruiti, e allestiti, gli stessi ambienti che erano tipici nelle case nei tempi antichi.
Tutta l’organizzazione quotidiana era improntata alla praticità e al risparmio: ad esempio non c’era un vero proprio pollaio, ma le galline avevano il loro posto appena fuori dalla porta di casa, in una sorta di anti ingresso fra la porta che dava all’esterno e una seconda porta che permtteva di entrare nella casa.
Nelle case c’era una soppalco che serviva da magazzino per le materie prime che si raggiungeva tramite una scala nella parte più alta della casa.
Gli antichi mestieri in mostra durante l’autunno in Barbagia
Durante Cortes Apertas è possibile vedere alcune lavorazioni tipiche che contraddistinguono il cuore della Sardegna: Il forno per la produzione del famoso e tipico pane carasau, la produzione di filigrana, e la sartoria con la produzione del costume tipico e tradizionale di Fonni che rappresenta un vero gioiello prezioso.
La produzione di pane a Fonni
Durante la manifestazione Cortes Apertas gli antichi forni vengono aperti completamente. Completamente significa che viene mostrata la tradizionale preparazione del caratteristico pane Carasau.
Io ho visitato un forno che si trova all’ultimo piano di una palazzo del centro. Le scale strette e scomode e in una stanzetta due donne sedute per terra tiravano la pasta e cuocevano i caratteristici pani.
Il pane carasau, che noi “continentali” chiamiamo anche carta musica è un pane che veniva prodotto per la necessità di avere una produzione in serie e una lunga conservazione. Infatti il pane carasau che viene cotto una seconda volta in forno per dargli la caratteristica croccantezza, era il pane che i pastori si portavano al pascolo durante la transumanza.
Su Cohone e Vrores: non solo pane carasau a Fonni
A Fonni la tradizione del pane si esprime nella produzione di Cohone e Vrones, un pane votivo che viene prodotto in onore di San Giovanni Battista che è il patrono del paese.
Questo pane votivo ha la forma di un cesto, o di un nido pieno di tante gallinelle. La lavorazione di questo pane necessità di vari mesi e la sua origine deriva da una leggenda legata ad una grave carestia.
Se vuoi approfondire la storia di questo pane votivo e la leggenda che ne legittima l’uso puoi leggere qui: SU COHONE E VRORES
La filigrana
Non si sa bene, in che modo si sia diffusa l’arte della filigrana in Sardegna, forse dagli etruschi o forse dagli arabi, ma i sardi hanno imparato l’arte così bene che i gioielli di Filigrana sarda sono particolarmente rinomati. La filigrana è una metodo di lavorazione dei metalli che permette di ottenere dei risultati che somigliano tantissimo ai lavori di cucito e ricamo.
I costumi di Fonni
I costumi tradizionali di Fonni sono dei veri gioielli di sartoria. Sono coloratissimi ed elegantissimi e la lavorazione di un abito, fatta in modo tradizionale, richiede un tempo di circa due anni e mezzo.
Le gonna che è spessa e pesante come un feltro è tutta pieghettata e le pieghe vengono ottenute con una particolare tecnica che mescola il cucito, alla bagnatura del tessuto, alla pressatura del semilavorato che va lasciato in pressa per un tempo infinito per fare il modo che il tessuto, messo in forma dalle cuciture possa “tenere le pieghe” anche quando i fili verranno tolti.
Nel tempo di attesa tra una pressatura e l’altra si ricama il corpetto, così si è proprio sicuri di non annoiarsi per niente attendendo che il tessuto della gonna sia pronto per essere assemblato in abito.
Sentire raccontare le varie fasi, e i tempi di attesa, i vari passaggi che devono essere fatti, sembra quasi che sia impossibile poter arrivare ad indossarne uno.
Immagina il costo di un abito di questo genere che necessità di anni di preparazione.
I Murales di Fonni
Fra i viottoli di Fonni, è impossibile che l’attenzione non venga attratta dai murales
I murales sono i dipinti ad intonaco che decorano le facciate delle case e delle costruzioni del centro storico.
I murales sono la rappresentazione della civiltà, delle tradizioni e della quotidianità del paese. sono davvero molto belli e ognuno di loro racconta un pezzo di storia del paese. I Murales in sardegna sono una tradizione abbastanza radicata. Forse quelli di Fonni non saranno famosi come quelli di Orgosolo, ma sono molto belli e narranti.
I Murales di Orgosolo
I murales in sardegna sono una tipicità. Orgosolo, che è un altro paese della Barbagia, ha fama di conservare i murales più belli e famosi di tutta la Sardegna. La popolarità dei murales di Orgosolo è dovuta ad un film del 1961, girato in Barbagia con pastori al posto di attori professionisti e intitolato “banditi a Orgosolo”. La notorietà dei murales di Orgosolo attira tantissimi turisti, specialmente dalla Germania
L’anticipo del Carnevale di Fonni.
La Sardegna è sempre stata particolarmente rinomata per la sua tradizione di maschere. Ci sono carnevali che sono più famosi di altri, come ad esempio quello di Mamoiada e la Sartiglia di Oristano, ma il filo comunque che lega tutte le maschere è unico in tutta la sardegna.
Ma cosa c’entra il carnevale con Cortes Apertas? C’entra perchè durante la manifestazione, le maschere, che fanno parte della tradizione escono dalle case e sfilano e si presentano minacciose ai visitatori.
Su Buttudu e S’Urhtu: il bene e il male
Su Buttudu e S’urthsu sono due maschere tipiche di Fonni. Su Buttudu è una maschera tutta nera con tanti campanelli. Chi si maschera da Su Buttudu indossa un mantello tutto nero e ha la faccia tutta nera, ottenuta usando i tappi di sughero anneriti sul fuoco e passati sulla pelle del viso.
S’Urhtu, invece rappresenta l’orso. Perchè a Fonni c’erano gli orsi? In realtà una leggenda racconta che così fosse, ma la contrapposizione fra Su Buttudu e S’Urthu è la tradizionale lotta tra il bene e il male dove l’orso rappresenta il male e Su Buttudu rappresentano coloro che vogliono catturare e domare l’orso.
Sas Mascaras Limpias: l’eleganza
Sas Mascaras Limpias sono maschere che a Fonni rappresentano l’eleganza. L’abito riprende alcune parti del costume tradizionale di Fonni con l’aggiunta di un cappello di paglia con un velo che copre il visto.
Sono maschere che si muovono in gruppo e che spesso sono accompagnate da un suonatore di organetto per ballare tutte insieme.
Le ho viste ballare a Fonni, e anche se mascherate completamente e con i guanti che non permettevano di vedere le caratteristiche fisiche di chi era “dentro”, nemmeno attraverso le mani. Le scarpe però hanno tradito il “genere” e mi sono accorta che sotto quelle maschere di aspetto femminile, si nascondevano anche degli uomini. Pensavo che fosse necessità di scena ma ho scoperto che queste maschere femminili, sono indossate indifferentemente da uomini e donne per tradizione
Fonni è stata indubbiamente una splendida scoperta, ancora più piacevole per essere stati ospiti per pranzo a casa del sindaco Daniela, che ci ha accolti in uno stazzo “cittadino” ristrutturato meravigliosamente. L’ambientazione era perfetta: mancava solo la neve fuori dalla finestra.
Un grazie speciale, quindi al sindaco e al consiglio comunale che ci ha accompagnato per il paese raccontandoci tradizioni e leggende e facendoci dimentaicare completamente la Sardegna delle spiagge.
Mi devo anche scusare se qualche sardo troverà qualche imprecisione nella trascrizione dei nomi in lingua sarda (sì, proprio lingua sarda) ho fatto del mio meglio per trascrivere negli appunti i nomi giusti, ma sono davvero difficili e il correttore del cellulare ci ha messo lo zampino. Nel caso, nessuno si senta di offedermi, correggetemi 😀 . Ne sarò felice
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