Bagni di Lucca non è un posto che può diventare meta di weekend così improvvisamente. Mai lo avevo sentito nominare e mai mi era capitato di incrociarlo su una cartina. Spesso le cose migliori capitano per caso e soprattutto capitano ai curiosi. Come me.
Dall’organizzazione del weekend al lago di Suviana, ne è uscito che sulle colline bolognesi si può praticare il rafting.
Si poteva.
Dopo aver visto che nel campeggio che stavo “puntando” per il weekend faceva base una società sportiva di rafting, non ho potuto fare a meno di scrivere immediatamente per chiedere informazioni.
La risposta non è stata per niente confortante. Stefano di Aguaraja mi ha risposto che l’attività al lago di Suviana non viene più praticata: mi ha spiegato che non vengono più effettuati rilasci di acqua e che, anche nei pochi casi in cui l’acqua viene rilasciata, loro non vengono avvertiti il giorno prima con il risultato che nella zona del lago praticare rafting è diventato impossibile.
Stefano mi ha detto “Adesso operiamo a Bagni di Lucca, ti aspettiamo!” e mi ha indicato un link per verificare la loro attività e la zona dove operano.
WOW!
Sono rimasta a bocca aperta quando ho visto le gole, il colore dell’acqua, il suggestivo canyon del Lima, la stupenda scenografia che fa da contorno ad un’attività sicuramente divertente. Non ci ho messo molto per organizzare un altro weekend in quell’angolino di paradiso che si trova a Bagni di Lucca, 160 km appena da Bologna.
Stefano di Aguaraja mi ha spiegato che il periodo del rafting comincia da novembre fino a maggio. Il rafting è un’attività che necessità di una certa portata acqua che purtroppo in estate non c’è e che per sopperire a questa mancanza, d’estate si effettua il soft-rafting un’escursione nel canyon in acqua piatta, con il gommone e successivo trekking fluviale. Se devo dire la verità, la parte più intrigante per me era proprio quella escursione in acqua piatta dentro allo stretto canyon del Lima, in mezzo a quelle pareti di roccia a picco tuffate in un’acqua colore smeraldo, talmente smeraldo da farmi quasi credere che le foto del sito di Aguaraja potessero essere state ritoccate. L’attività, di contorno, rappresentava solo un bel pretesto per una bella domenica insieme ad amici e per la possibilità di essere un’attività praticabile a chiunque: avendo nel gruppo due bimbe di 7 e 5 anni era fondamentale che potessero divertirsi anche loro.
Bagni di Lucca
È un paese di valle, circondato dalle colline del suo Comune che, come estensione territoriale, risulta essere il più esteso comune montano di tutta Italia. Noto fin dai tempi dei romani per le sue acque e le sue terme, ha goduto di momenti alterni di gloria, grazie anche al fatto che qui sarebbe nato il primo casinò della storia, nel 1308.
La valle del Lima, sulle cui sponde è aggrappato il paese di Bagni di Lucca è una valle stretta, con pareti rocciose e ripide.
Percorrendo la strada che da Bologna arriva a Bagni di Lucca, parecchio impegnativa a livello di guida e “di passeggeri”, ci si sente sprofondare completamente nella natura. Il verde che ci circonda sembra più quello della primavera che quello del quasi autunno.
Abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare una struttura che ci potesse ospitare per la notte. In questa zona i campeggi non ci sono ed essendo un gruppo composto da due Maggioline e un camper necessitavamo di uno spazio piuttosto grande.
Ci siamo fermati all’agriturismo Pian di Fiume, un recupero in linea con la natura di un borgo abbandonato sulle pendici di una collina, veramente molto bello, a valle, al di qua del ponte, che l’agriturismo si è autofinanziato, abbiamo avuto il permesso di parcheggiare i nostri mezzi.
Il mattino dopo presso il Circolo del Tennis di Bagni di Lucca avevamo appuntamento per la nostra avventura.
Il soft rafting e il trekking fluviale con Aguaraja
Il divertimento inizia dalla vestizione. Entrare nelle mute da fiume, comporta impiego di energia, un certo impegno e un certo sforzo fisico. Camminare come degli “Omini di gomma” è faticoso , soprattutto se la giornata è assolata. Percorrere qualche chilometro in furgone vestiti di tutto punto con le mute addosso e i caschi in testa è soffocante ma divertente, in fondo anche le lamentele sulle sofferenze fisiche fanno parte del gioco.
L’avventura comincia davanti alla gola delle secche di Cocciglia. Il furgone ci scarica e a piedi scendiamo al fiume sotto un bel bosco di alberi ad alto fusto.
In riva al fiume, dove ci sono già i gommoni che ci attendono per la prima parte del nostro percorso, siamo in due gruppi, tutti letteralmente attoniti dallo spettacolo grandioso dello specchio di acqua visivamente gelida, con sfumature di colore che digradano dal puro trasparente al verde smeraldo, infilandosi dentro alla stretta gola.
Riceviamo le istruzioni per manovrare il gommone, ci immergiamo insieme alla nostra guida nelle acque gelide. Le mute lasciano passare aghi di ghiaccio che scendono dal collo fino ai polpacci, esplosione di tonicità che ci attraversa lungo gli stretti pertugi fra la pelle e la muta.
Urletti.
Urli.
Saltelli.
Il tempo di prendere confidenza con la temperatura e comincia il divertimento con le mute che ti fanno galleggiare senza sforzo, con gli scherzi di affondarci l’un con l’altro sott’acqua.
Dispettosi come i bambini. Divertiti come i bambini.
Saltiamo sul gommone seguendo le istruzioni di posizionamento che pazientemente Giacomo ci impartisce e salpiamo per la nostra prima avventura di soft rafting.
Questo rafting è soft proprio perché svolto in acqua piatta, come mi ha indicato Stefano di Aguaraja durante i nostri scambi di mail, la quantità di acqua in questa stagione non è tale da provocare rapide e la corrente necessaria per scendere il torrente furioso con il gommone. Nel nostro soft rafting, noi, invece di scendere il torrente, lo risaliamo per un pezzetto. L’acqua è calma, Giacomo impartisce ordini che noi, più che possiamo, cerchiamo di applicare alla lettera.
Sai a cosa servono i caschetti in questa attività? Ad evitare di essere vittime di “picconate” in testa con l’oliva, la parte rotondeggiante e terminale della pagaia. Mentre risaliamo le strette gole di Cocciglia, le pareti a picco che affondano nell’acqua verde-trasparente, sembrano abbracciarci, il bosco che ci sovrasta sembra liquefarsi nel fiume e disperdere il proprio colore. Giacomo ci fa fermare un paio di volte per permettere a chi lo desidera, di fare tuffi dalle rocce: Carlotta non disdegna e anche l’altezza di 4/5 metri dal gommone sembra fattibile, quando si trova faccia a faccia con il vuoto è leggermente titubante. L’acqua in alcuni punti è davvero profonda non ci sono pericoli, e dopo il primo impatto improvviso con il vuoto prima e con il ghiaccio subito dopo, Carlotta vuole saltare ancora. Anche Anita di 7 anni si lancia e ride.
Il tragitto in gommone termina dove si vede che il fiume prende pendenza, dove l’acqua corre più veloce, dove i massi si sono radunati, dove, con il gommone, ci infiliamo fra due sassi quasi fosse un approdo studiato. Ora si scende e si cammina, si cammina sui sassi, i piedi nell’acqua, si sale dolcemente, la pendenza non è elevata, l’acqua e le rocce levigate hanno preparato un percorso tutto divertimento. Io e Lollo, che avevamo già provato il canyoning, non siamo nuovi a passaggi obbligati fra i sassi, nuotate faticosissime (per via del galleggiamento della muta) in pozze profonde, scivoli, tronchi e tuffi, ci divertiamo come ci divertimmo allora, non facciamo quasi più caso all’acqua che si insinua negli spazi della muta, Carlotta è entusiasta scavalca massi, nuota, si immerge, scivola come al parco giochi e Anita e Aurora di 7 e 5 anni si divertono, incredule di potersi immergere con il benestare di mamma e papà addirittura nel fiume, con anche le scarpe.
L’ambiente circostante è grandioso, la gola è stretta, le rocce sono lisce, l’acqua è meravigliosa, a fare da contorno il cielo terso.
Peccato non avere portato la macchina fotografica per immortalare le nostre imprese, registrare gli schiamazzi, le risate e le grida, le facce tese nei passaggi più difficoltosi. Peccato davvero, ma come ci ha detto Giacomo, in questa esperienza si fotografa con gli occhi.
Il trekking termina in prossimità di una piscina profonda in cui si tuffa una roccia molto alta. Giacomo solletica i più avventurosi del gruppo e li istiga a fare il tuffo dei tuffi, quello più alto, quello più impressionante, quello nella pozza più profonda del Lima.
Lei ci è riuscita, dopo molti tentennamenti.
TIPS:
- Aguaraja è la società con sui abbiamo fatto rafting. Stefano è cordiale e alla mano, Giacomo è stato rassicurante, istruttivo e paziente, con i grandi e con le piccole nell’aiutarle in alcuni punti un po’ complicati. Farah ci ha accompagnato con il furgone attendendoci e fotografandoci quando possibile.
- Attrezzatura necessaria: affidatevi ai consigli di Stefano. Costume, asciugamano e scarpe sportive che non abbiate paura di bagnare e rovinare camminando immersi nel fiume e in mezzo ai massi. Sotto la muta potete anche tenere un paio di pantaloncini aderenti tipo leggings da correre ed eventualmente una maglia della salute, di quelle sportive e aderenti, di materiale tecnico. Non è ammesso nessun altro tipo di materiale per non rischiare di morire congelati. Aguaraja vi fornirà le mute e i caschetti, ma anche i giubbini di salvataggio per chi non sa nuotare, per chi ha paura dell’acqua, per i bimbi più piccoli
- Anche i bimbi più piccoli devono seguire le stesse regole di abbigliamento degli adulti e Aguaraja dispone di mute a misura anche per loro. Stefano mi aveva comunicato che l’età minima per fare questa attività sarebbe 5 anni, Aurora ne ha 4,5 ed è andata come un treno, divertendosi come una matta.
- il percorso non è difficile, non è faticoso, non serve un allenamento specifico. È alla portata di tutti. Ed è divertentissimo!
- L’attività è particolarmente adatta ai e alle teen con un po’ di intraprendenza: se prima di partire mi diceva “Devo proprio venire anche io?” alla domenica sera il disco era cambiato con “Quando lo rifacciamo?‘”
- Se andate nel periodo estivo non crediate davvero di fare rafting: non è possibile! Se volete provare questa specialità in questa splendida località toscana (e chi l’avrebbe pensato), contattate Aguaraja per farvi consigliare e per verificare le condizioni della portata del fiume.
- Quando rientrerete alla base del Circolo tennis bagnati e infreddoliti, potrete utilizzare gli spogliatoi per una doccia riscaldante e per togliere l’odore del fiume di dosso.
- Noi siamo andati di domenica, i mezzi li abbiamo parcheggiati nel parcheggio fuori il circolo del tennis. Essendo il circolo del tennis chiuso la domenica, ci è stato concesso di pranzare nel prato vicino ai campi nei tavolini già presenti sull’erba. Mi aveva spiegato Stefano che ci sono, anche lungo il fiume, varie zone dove parcheggiare e fermarsi il tempo di mangiare qualche cosa.
Che cosa aspetti? Non ti è venuta già voglia di provare?
Ah! Visto che non avevo potuto fotografare le imprese del gruppo in azione nel Lima, siamo tornati prima di rientrare a casa, per fare le foto, dove possibile, di questo suggestivo angolo toscano. Una piccola perlina che mi era completamente sconosciuta!
Conoscevi già questa località? Avevi mai visto questo canyon? E hai mai provato le attività fluviali? Racconta nei commenti: sono curiosa!
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clara
Mai sentito parlare di Bagni di Lucca ma quest’estate abbiamo fatto rafting sul Verdon in Francia e sebbene fosse il livello base di rapide ce n’erano eccome. Ci siamo divertiti moltissimo, non avrei mai creduto nemmeno di riuscire ad infilarmi in una di quelle tute di gomma!!!!! Pensa al Verdon invece si fa solo nella bella stagione da aprile a metà ottobre, poi fa troppo freddo. Due volte alla settimana a monte viene aperta la diga e quindi c’è portata d’acqua x quelle che lì chiamano attività in acqua viva . Comunque lo consiglio a tutti, è sicuro e divertente!!!!
Monica Liverani
Ciao Clara, di sicuro queste non lo sono le gole del Verdon (che non ho mai visto, ma non diciamolo a nessuno ahahah), ma il posto è suggestivo e l’esperienza molto carina. Tra l’altro l’esperienza è molto soft perché in quella stagione l’acqua non consente altro, la parte più divertente è la risalita del fiume a piedi quando ad un certo punto scendi dal gommonde, ma immagino che anche qui un rafting fatto a modo in acqua adeguata sia veramente adrenalinico e divertente.