Che sono stata a #TremosineWhatElse, lo sapete! Che ho fatto un sacco di cose e che ne ho mangiate altrettante lo sapete. Ma ora sono tornata e come tutte le volte che torno da un posto, vorrei contiuare a ricordare, ieri ho fatto i Capù!
I Capù sono una ricetta tipica di Tremosine, sono pacchettini fatti con le foglie delle erbette chiusi come una pacca regalo e bolliti in acqua. Sono riempiti con un impasto tanto semplice quanto gustoso. I capù hanno lasciato il segno, credo che una buona parte dei miei compagni di avventura la pensi come me.
Insomma volevo ricreare a casa un pochino dell’atmosfera assaggiata sul lago, ma si sa che le cose sul posto hanno aspetto e sapori diversi da quelli ricreati a casa.
Senza contare che quei “furbetti” della Proloco di Tremosine si sono prodigati in lungo e in largo per farcelo gustare, per farcelo annusare, anche per farci vedere la preparazione, hanno fatto finta di darci la ricetta, ci hanno fatto credere che fosse tutto così semplice, ma in realtà volevano solo crearci un motivo per tornare da loro a mangiare i Capù originali.
Si sono prodigati tanto per farci imparare la loro ricetta tradizionale, che non è l’unica: a Tremosine c’è un ventaglio di proposte culinarie infinite! Ci hanno fatto fare la dimostrazione pratica di come si preparano i Capù, e hanno anche lasciato che fotografassimo la ricetta con le indicazioni.
Nell’euforia del momento non mi ero accorta di nulla, nella fretta di provare l’UGO (che è una roba buonissima, e magari provo a fare anche quello), di andare a cavallo, di fare le foto, di ascoltare e riempirmi gli occhi di panorama, non me ne ero accorta che nel foglio della ricetta non erano indicate le dosi.
Ma non di dò per vinta, ieri avevo deciso che si dovevano fare e si dovevano fare, avevo anche fatto comprare le erbette. Per fortuna mi viene in mente che nell’accoglienza di #TremosineWhatElse, ci hanno regalato anche due libri, di cui potrebbe fare al caso mio.
Il libro, bellissimo, è pieno di ricette tradizionali di Tremosine, e sono presenti, ben 2 versioni differenti della ricetta dei Capù.
Ho scelto la versione che mi sembrava avesse dosi per una riuscita maggiore, in termini di quantità, ma ho commesso alcuni errori di cui mi sono accorta strada facendo. Il sapore era buono, non era perfetto come quelli di Tremosine, ma era molto gustoso. Da rifare!
Capù
- 1,5 Kg di erbette, bietola, costa o come le volete chiamare
- 3 panini grattugiati
- 2 uova intere
- 1 maciata di prezzemolo
- 2 spicchi di aglio tritati
- 80 gr di parmigiano
- 80 gr di burro
Si lessano le foglie delle erbette, dopo averle lavate, lasciandone indietro una ventina. Si rosola il pane grattugiato nel burro a cui poi si aggiungono le erbette lessate e tritate e tutti gli altri ingredienti. Salare e pepare.
Portare ad ebollizione dell’acqua salata in un tegame largo, spegnere il fuoco e immergere , una ad una le 20 foglie di erbette lasciate da parte, senza la parte bianca. Rivoltarle e lasciarle nell’acqua circa un quarto d’ora..
Scolarle e distenderle su un canovaccio per asciugarle.
Riempire ogni foglia con una cucchiaiata colma di ripieno e legare con il filo bianco. Far bollire i capù in acqua salata per circa 20 minuti.
Nel piatto si tagliano a fettine e si condiscono con olio crudo.
Buoni, ma bruttini e sbagliati, e adesso vi spiego i miei errori:
- Le foglie delle erbette erano troppo piccole, bisogna scegliere quelle più grandi, complete e belle, la prossima volta se non le trovo belle grandi, ne sormonto almeno due, i miei Capù erano piccini piccini, io avrei voluto le fette più grosse come quelle che abbiamo mangiato all’Alpe del Garda.
- Il colore e la consistenza dei miei rispetto a quelli originali sono sbagliati: non dovevo mettere tutto nel mixer e farlo diventare tutto poltiglia, ma dovevo mescolare tutti gli ingredienti con le mani, per fare in modo che diventasse un impasto con cui si potessero formare quasi delle palle e per fare in modo che le erbette rimanessero erbette a pezzi. L’impasto, frullandolo è diventato molto molle quindi anche la consistenza non era la stessa, per renderlo più sostenuto aggiungerei più pane e forse anche un uovo.
- Le foglie che servono da contenitore le ho lasciate troppo nell’acqua bollente. Si sono cotte troppo e sono diventate troppo fragili. I capù fatti dall’Agriturismo Nai avevano foglie meno bollite e più consistenti
Erano buoni, ma la prossima volta non sbaglio e anche se so che nessuno di #TremosineWhatElse mi svelerà il proprio segreto, io ci arriverò molto vicino.
Sono consapevole che per quanto il mio risultato si avvicinerà all’orginale, mangiarli a casa non sarà la stessa cosa che mangiarli a Tremosine!
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