La Costa Vicentina è la Costa Oceanica che da Lisbona scende verso il Sud del Portogallo, verso la ben più blasonata e conosciuta costa dell’Algarve. Un tratto di falesie intervallate da spiagge piccole o grandi, dove il mare gioca con i bagnanti e i panorami sono estremi. La Costa Vicentina è il mare del Portogallo che mi è piaciuto di più.
Costa Vicentina: dove andare al mare in Portogallo
La costa Vicentina, è sicuramente il tratto di Portogallo che io consiglio per fare mare. Da Lisbona verso Sud, verso la più famosa Costa dell’Algarve, è tutta Costa Vicentina, un muro di alte e scure falesie affacciate sull’oceano intervallate di tanto in tanto da spiaggette piccole o grandi che a seconda dell’orario e delle maree, cambiano la conformazione della costa.
Le maree sono fenomeni particolarmente intensi in questo tratto di mare oceanico tanto da cambiare completamente la fisiononomia in un paio di ore.
La considero la parte di mare del Portogallo più bella perchè i panorami sono estremi, le falesie si alzano dritte e scure contro il mare mentre piccoli nidi di sabbia o lunghe strisce si allungano verso il Nuovo Mondo.
Perchè si chiama Costa Vicentina
All’estremo Sud della costa c’è Cabo Sao Vicente e il tratto di mare a Nord prende il nome proprio da questo “cabo”. Il Cabo è una punta estrema, un punto di fine, uno stop geografico.
Cabo Sao Vincente
Nell’antichità si credeva che il tramonto di Cabo Sao Vincente fosse il tramonto più grande del mondo. Era considerato in questo modo per la posizione che permetteva di vedere la palla rossa di fuoco affondare nel mare, in dimensioni davvero notevoli.
Dopo aver costeggiato tutta la Costa Vicentina, ci siamo fermati a Sagres, proprio per poter ammirare il tramonto da quel Cabo, che è il secondo punto più ad Ovest del Portogallo e quindi anche dell’Europa.
Il tramonto dal Cabo, che è dominato da un faro, come ogni buon estremo proteso verso il mare, è un evento che nella zona nessuno si perde. Siamo arrivati in prossimità dello sperone di roccia e abbiamo dovuto parcheggiare perchè le auto era già tutte in fila sulla strada verso il faro, mentre il sole rosseggiava già.
Guardare in tramonto in questo punto non è una cosa facile, il vento sferza violentemente ed è davvero difficile contrastarlo, mi ha portato via il coperchio dell’obiettivo dalla macchina fotografica.
Il sole è velocissimo a tuffarsi nel mare, il mare sbatte furioso contro le rocce, e il vento cerca in tutti i modi di portarti via. Lo sperone di roccia è affollatissimo e la strada che arriva al faro è completamente intasata. Il tramonto di Cabo Sao Vicente era un evento nel MedioEvo, ma lo è anche ora.
Le spiagge della Costa Vicentina
Le spiagge in cui ci siamo fermati non potevano essere tutte: non saremmo più tornati a casa. Abbiamo scelto alcune località che ci garantivano la possibilità di avere qualche campeggio nelle vicinanze per evitare di dover fare troppi chilometri dopo una giornata in spiaggia.
In realtà abbiamo presto scoperto che la vita da spiaggia non si distribuisce su un lasso temporale particolarmente lungo, soprattutto se quando arrivi ti siedi o ti sdrai vicinissimo al bagnasciuga.
L’ampiezza delle maree, in pochissimo tempo, cambia velocemente l’immagine della spiaggia: se quando sei arrivato avevi metri e metri di sabbia asciutta che aspettavano solo il tuo asciugamano, nel giro di poche ore la spiaggia si riduce ad una striscia di pochi centimetri o addirittura a nulla. Spessso il mare copre completamente la sabbia della spiaggia costringendoti a recuperare “armi e bagagli” e a cercarti un’altra spiaggia, oppure un’altra occupazione per il resto del pomeriggio.
Non tutti sanno di questo gioco delle maree, che alla prima volta ti mette davvero in imbarazzo e alla seconda ti fa sorridere dell’ignoranza degli altri.
Noi abbiamo giocato con con il mare, per la prima volta a Porto Covo e poi siamo diventati talmente amici che alle successive giornate in spiagga, abbiamo potuto ridere. 😀
Porto Covo
Porto Covo lo avevo scelto più per come suonava il nome che per effettivi meriti di straordinaria bellezza. Porto Covo, mi faceva venire in mente i pirati. Ma il paese affacciato sulla costa alta e rocciosa ha ben poco di piratesco. Esplicitamente dedicato al turismo di mare e spiagge e di seconde case, che stranamente in agosto, per la maggior parte sembravano vuote. Tante villette nuove, cantieri in opera per nuove costruzioni, parchi giochi per bambini e le spiagge laggiù in basso, che nel primo pomeriggio invitano a scendere per il bagno e nel tardo pomeriggio scompaiono completamente lasciando che il mare sbatta contro le rocce.
Praha do Banho
Praia do Bahno è una delle spiaggie che si possono raggiungere da Porto Covo, ma è anche la più famosa. La sua fama è legata ad una tradizionale festa, mezza pagana e mezza religiosa che si svolge il 29 agosto. All’inizio del sentiero che scende verso la spiaggia una targa ricorda che in questa spiaggia il Bagno 29, vale nove volte di più. Nove volte più di cosa? Forse di qualsiasi altro Bagno 29, fatto in qualsiasi altra spiaggia del Portogallo.
Il bagno 29 è una tradizione per cui nell’antichità il giorno 29 di agosto, le persone che viveno all’interno del territorio vernivano verso la costa con i loro animali per farli bagnare nel mare di questa spiaggia che si diceva fosse santa e che togliesse parassiti agli animali e disturbi fisici alle persone.
Il Bagno 29, che nella giornata viene accompagnato dalla processione e da animazioni a metà tra il pagano e il religioso, viene fatto anche a Lagos, dove pare che la tradizione sia legata più al pericoloso diavolo che all’acqua santa.
Forse il Bagno 29 di Porto Covo vale 9 volte di più di quello di Lagos perchè purifica il corpo.
Noi “da pivelli” abbiamo preso posizione vicino al bagnasciuga: non potevamo credere ai nostri occhi che arrivando nel primo pomeriggio in una spiaggia potevamo scegliere il posto migliore per stenderci.
Non ci è voluto molto a capire la ragione per cui avevamo avuto una simile fortuna: il mare ha cominciato a mangiare metri alla velocità della luce, i bambini costruivano barriere di sabbia contro la marea, e in poco tempo siamo stati costretti a raccogliere tutto l’accampamento da spiaggia per spostarci più indietro, anzi per andare proprio via dalla spiaggia visto che le posizioni più arretrate erano giustamente occupate.
Qui abbiamo imparato la nostra lezione di gioco con l’Oceano e da qui abbiamo goduto in ogni spiaggia dello spettacolo degli sventurati che all’improvviso venivano colti dall’onda anomala e costretti a smobilitare tutto: attrezzatura e abiti bagnati.
Tra Porto Covo e Sagres, dove abbiamo terminato l’esplorazione della costa vicentina, ci sono un’infinità di spiagge, spiaggette, spiaggione che seguono il corso della maree. Ne abbiamo viste diverse, ci siamo fermati a fotografarle, abbiamo osservato la conformazione da bassa marea e l’uso che ne viene fatto quando il mare la rende disponibile.
Abbiamo però scelto la nostra spiaggia per la giornata che, insieme a quella di Obidos, che trovi descritta nel percorso fra Porto e Lisbona, mi è piaciuta di più.
Castelejo
Castelejo è una spiaggia, ma forse sono anche tre. In realtà sono tre spiagge con nomi diversi e diversi accessi via strada, ma che con la bassa marea diventano un’unica, chilometrica e infinita spiaggia. I nomi sono diversi, sono simbolicamente separate da speroni di roccia che si protendono verso il mare, sono pervase da nuvole di iodio, aria leggermente nebulosa, venticello, e onde impertinenti ma non eccessivamente violente.
Si arriva a Castelejo tramite una strada che dall’interno si infila tra le alture della costa portoghese, il mare del Portogallo si intravede ad ogni curva in lontananza. Sembra di andare verso la fine di tutto, che poi è la fine della strada dove si trova un parcheggio affollato anche se abbastanza ordinato.
La spiaggia è il paradiso del surf: maestri, noleggi di tavole, mute lucenti e biondi surfisti. Ecco più che il Portogallo sembra di stare alle Hawaii, mancano solo le palme e i vulcani.
La spiaggia è molto ampia, il gioco delle maree qui fa molto meno effetto, fanno effetto invece la moltitudine di persone e di bambini che si gettano in acqua accompagnati dalla tavola e fanno effetto i surfisti che invece sono evidentemente più esperti e compiono evoluzioni che mi fanno stare buona parte della giornata ad osservarli.
L’altra metà della giornata la passo camminando per la spiaggia, per le spiagge, arrivando ad attraversarle tutte e tre, e rischiando di non poter tornare indietro per via dell’alta marea che ci ostacola i passaggi.
L’atmosfera è “easy”, il vento non troppo fastidioso e le onde non sono violente in modo cattivo. Il bagno è tutto un divertimento alla ricerca dell’onda più grande che ti porti a riva, il paesaggio è magico.
Castelejo è proprio un bel posto dove venire per fare mare in Portogallo.
Sagres, e la fortezza di Enrico
Sagres è stata la nostra ultima tappa sulla Costa Vicentina. Una tappa scelta più che altro per il tramonto di Cabo Sao Vicente che per il paese in se stesso che la guida sminuiva come un luogo di poco interesse. In realtà oltre allo splendido e particolare tramonto, anche la fortezza di Enrico il Navigatore offre un colpo d’occhio incredibile. Costruita a picco sul mare, costruita in pietra bianca è maestosa ed elegante e assorbe e riflette i colori del tramonto.
È una fortezza particolare, costruita da Enrico, detto il Navigatore, anche se di navigazioni ne aveva fatte ben poche. La sua passione era comunque per il mare e l’affaccio della sua fortezza voleva essere il trampolino verso il Nuovo Mondo. Una scuola di navigazione e la costruzione di caravelle hanno caratterizzato la sua vita e la fortezza che, nonostante la presenza massiccia e imponenente, non ha mai avuto un ruolo difensivo.
Io però mi sono lasciata trasportare dal rumore delle onde e dall’odore salmastro e ho tralasciato la visita alla fortezza, che ho letto essere quasi un’esperienza catartica, e ho deciso di dedicarmi ancora al mare
Praia do Beliche
Praia do Beliche è pochissimi chilometri prima del faro di Cabo Sao Vicente. Si parcheggia in alto e si scende con una scalinata che fa presagire la fatica del ritorno, quando cotto dal sole e dall’acqua dovrai percorrere tutti quei gradini in salita.
Siamo abituati ad arrivare presto in spiaggia per scegliere il posto che ci piace di più, ma non vicino alla battigia, e per godere di una spiaggia che al mattino solitamente è silenziosa e tranquilla.
Anche il questo caso, uno sperone di roccia divide in due la spiaggia e con l’alta marea una parte di spiaggia rimane completamente inaccessibile a piedi, meglio prendere le misure per bene ed evitare di rimanere con asciugamani, borse e zaini dall’altra parte.
Il bar che serve la spiaggia è una piccola capanna sollevata e costruita come una palafitta: evidentemente in altre stagioni, la spiaggia scompare totalmente e arriva proprio ai piedi del bar.
Beliche ci ha regalato sculture di roccia plasmate da acqua e vento e i delfini, più lo spettacolo della marea che ha sollevato una ola naturale di persone che si sono mosse una dopo l’altra per sfuggire alla marea, preceduti da un “ooohhh” generale, come se fossimo in uno stadio. La parte divertente della giornata.
Dopo questo pezzo meraviglioso di mare portoghese ci siamo dedicati all’Algarve, che, anche se considerata la costa più bella e famosa del Portogallo a mio parere non ha proprio le carte per tenere testa alla Costa Vicentina.
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