Appena l’aereo inizia la fase di atterraggio non sai dove guardare, da un lato trovi una lunga spiaggia con l’oceano e dall’altro lato una terra rocciosa, rossastra costellata qua e là da casupole bianche.
Ecco questo è stato il mio primo sguardo su Lanzarote la “selvaggia del Nord” dell’arcipelago delle Canarie.
Ritirati i bagagli e la macchina a noleggio si parte alla scoperta dell’isola!
Appena usciti dall’aeroporto non posso far a meno di notare quanto possa sembrare poco ospitale vista la presenza di vulcani e rocce ovunque, direi a perdita d’occhio, e di un vento che soffia costantemente durante il giorno.
Ma non bisogna mai fermarsi alla prima impressione!
Ho pian piano scoperto che il vento è essenziale per mantenere le temperature dell’isola gradevoli e non “sahariane” e soprattutto mediamente costanti durante tutto l’anno!
Il territorio, che a prima vista sembra inospitale, si svela man mano che percorri le sue strade e ti avvicini alle città.
Appaiono cactus, palme e tante piccole case di un bianco cangiante, con infissi verde brillante.
Lanzarote mi ha riservato tantissime piacevoli sorprese, sia legate al territorio di origine vulcanica che al suo “pigmalione” l’artista Cesar Manrique; è tutta da scoprire e date le sue ridotte dimensioni si percorre facilmente in auto, tutti i punti più caratteristici sono facilmente raggiungibili e visitabili in giornata.
Noi ci siamo stati 12 giorni e l’abbiamo girata e rigirata in lungo e in largo senza fretta, gustando e apprezzando ogni luogo.
Lanzarote cosa vedere
Cesar Manrique
Cesar Manrique, proprio “pigmalione” non è stato, mi piace però definirlo così!
Lui a Lanzarote c’è nato e dopo un periodo in Spagna e negli Stati Uniti è tornato, richiamato forse dalla sua terra natia; si dilettava in pittura e scultura oltre ad essere un architetto, questo suo amore per l’arte l’ha portato ad impegnarsi per mantenere lo stile architettonico tipico dell’isola evitando costruzioni moderne e troppo turistiche che avrebbero rovinato il paesaggio.
Il suo stile si respira in tanti luoghi di Lanzarote, il rispetto per il paesaggio è il suo biglietto da visita, infatti era solito usare materiali “caldi” del territorio come legno e pietra vulcanica, ha trasformato grotte e gallerie sotterranee in luoghi magici e suggestivi
Jameos del Agua
Jameos del Agua è una delle opere di Cesar Manrique, creata con il pieno rispetto dell’ambiente naturale.
All’arrivo nel parcheggio si nota solo roccia vulcanica, poi si entra in un giardino esotico meraviglioso che degrada verso una grotta da dove si intravede un laghetto; sì all’interno della grotta c’è un lago naturale salato sovrastato da una volta tipica della morfologia del vulcano.
Sulla volta vi è anche una cavità che fa filtrare la luce solare che riflette nell’acqua.
Nel laghetto, aguzzando un po’ la vista, si notano dei piccoli granchi albini, completamente ciechi poiché vivono nell’oscurità, unici al mondo.
Dopo aver percorso la passerella che costeggia il lago, si risale sempre circondati da piante rigogliose e roccia vulcanica e dopo pochi gradini si rimane abbagliati dal riverbero della luce provocato da una piscina dalle pareti bianchissime, con l’acqua turchese che contrasta con la roccia scura che la circonda.
Ti ritrovi catapultato in un’oasi del deserto!
Cuevas de los Verdos
Cuevas de los Verdossi trova proprio accanto al Jameos del Agua! Davvero, basta uscire dal parcheggio, attraversare la strada principale e sei subito all’ingresso delle grotte!
Contrariamente alle grotte che siamo soliti visitare qui in Italia, con stalattiti e stalagmiti, qua si entra nelle viscere di un vulcano!
Per 45 minuti cammini passando attraverso cunicoli, strettoie e sbucando poi in sale molto grandi; una di queste sale è un auditorium nel quale a volte organizzano concerti data l’ottima acustica.
Pensare che queste grotte sono state utilizzate come rifugio durante le incursioni dei pirati rende tutto molto cinematografico ma non dimentichiamoci che siamo sempre al cospetto del vulcano, anzi dei vulcani visto che Lanzarote ne è piena!
Jardìn de Cactus
Il Jardìn de Cactus per restareo in tema “vulcani” è proprio all’interno di una vecchia caldera ed è stato allestito con lo zampino di Cesar Manrique: un bellissimo giardino con migliaia di cactus, di ogni altezza e forma!
Non credevo esistessero così tante varietà.
Il giardino è molto piacevole da visitare, tutt’altro che “spinoso”!
Un vecchio mulino bianco con il tetto rosso, restaurato molto bene, sovrasta la conca in cui ci troviamo e i suoi colori spiccano attorno alle rocce e al verde della vegetazione circostante
Parco Naturale di Timanfaya
Non si può poi andare a Lanzarote senza visitare il Parco Nazionale di Timanfaya! Un mare di lava nera che si estende per chilometri ai lati della lunga strada che percorriamo per arrivare all’ingresso del Parco. Stiamo per entrare nella zona delle Montanas del Fuego, incuriositi ma anche un po’ intimoriti al pensiero che in questa zona nel 1730 si susseguirono eruzioni vulcaniche per 6 lunghi anni e il magma ricoprì gran parte dell’isola formando una enorme distesa lavica unica al mondo.
Prima di procedere lungo la strada di accesso al Parco ci si può fermare e fare un tour in dromedario a ridosso delle montagne, circondati dalla lava pietrificata.
Arrivati al centro visitatori si sale su un autobus per il tour vero e proprio: con un giro di 45 minuti ci si addentra in un paesaggio surreale, fatto di crateri, montagne di cenere, rocce dalle mille sfaccettature forgiate dal vento: un paesaggio lunare!
Ma parliamo anche del Centro Visitatori, con il Ristorante del Diavolo progettato da Manrique; un locale costruito con pietra lavica e materiale ignifugo, sì perché sotto ai nostri piedi la terra “bolle”! Infatti la carne viene cotta all’interno di un grande camino alimentato proprio dal calore che esce dalle profondità della terra.
All’esterno del centro potrete capire meglio ciò che accade sotto di voi: vi faranno vedere che gettando enormi fascine di legna nella spaccatura del terreno, queste dopo pochi secondi prendono letteralmente fuoco.
Vedrete anche come, versando dell’acqua in un tubo inserito nel terreno, si genera una specie di geyser.
Diciamo che in questo luogo mi sono resa conto di quanto siamo piccoli e impotenti di fronte alla forza della natura.
Cosa mangiare a Lanzarote
Lanzarote, nonostante il terreno arido e poco fertile è anche buon cibo!
Ovviamente il pesce la fa da padrone, ma potete gustarvi anche zuppe e sostanziosi stufati come il rancho canario, piatto a base di ceci, patate, carne di maiale, pollo e manzo.
Non dovete assolutamente perdervi le papas arrugadas, patate cotte in acqua di mare, lasciate con la buccia e accompagnate dal mojo verde, una salsa fatta con peperoni verdi e coriandolo.
Vogliamo poi parlare del vino? Sì perché Lanzarote è il maggior produttore di vino, la Malvasia, di tutto l’arcipelago!
Al centro dell’isola, nella zona di La Geria si vedono vigneti ovunque, fino sotto le pendici del vulcano. Le viti, diverse dalle nostre perché basse e stese, sono coltivate in buche nel terreno vulcanico e sono protette dal vento da muretti semi circolari. Lungo la strada che percorre La Geria ci sono diverse cantine dove è possibile fare degustazioni e assaggiare i vari tipi di Malvasia; una sosta qui è d’obbligo!
Le spiagge di Lanzarote
In 10/12 giorni si ha la possibilità di girare comodamente l’isola e di scoprirla in tutte le sue sfaccettature, immergendosi completamente nel “ritmo spagnolo”, con calma e tranquillità.
Io sono andata alla scoperta della Lanzarote più selvaggia ma per gli amanti del mare e della tintarella l’isola è anche costeggiata da spiagge meravigliose, calette raggiungibili solo a piedi come Playa Papagayo e zone dove è possibile fare surf come Playa de Famara, circondata da dune di sabbia e sferzata dal vento che increspa le onde perfette per i surfisti!
Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
Lanzarote è questo, ma è anche tanto tanto altro!
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