Concludo l’anteprima di questo post, Il post di Blaca, isola si Brac, è un posto di cui ho non trovato moltissime notizie in rete… ma qualche cosa, da qualche parte dovevo pur aver letto perchè mi fosse rimasto impresso…
Ecco il bello dei viaggi non organizzati, ma neanche preparati: un’idea, un nome che frulla nella testa.
Una sera andiamo a Bol a fare una passeggiata per prendere un gelato, sul porto ci sono i banchetti delle gite organizzate in barca e dei fish piknik.
Guardo il cartellone che mostra il giro della barca: ecco Blaca. Lo sapevo che doveva essere un posto di interesse particolare se si fermano le barche delle escursioni deve essere molto bello.
Il giorno dopo andiamo.
Dalla strada prendiamo un percorso sterrato: 12 km (lo sterrato lo troviamo sempre, vedi Saleccia, lo dico sempre che dovevamo comprare un 4×4!!!) e poi arriviamo alla fine della pista!
C’è un parcheggio e dei cartelli per lo più scritti in Croato… Su uno c’è scritto Uvala Blaca 1h, e io che sono notoriamente poliglotta e mastico croato come fosse la mia madrelingua, capisco immediatamente che si tratta della spiaggia di Blaca. Bene, andiamo! Cosa vuoi che sia un’oretta di cammino per arrivare in spiaggia?
Il sentiero è una pietraia che scende e scende, si infila in un canyon verde e stretto… dopo più di 3/4 d’ora siamo appena al monastero. ma dov’è questa spiaggia? il mare non si vede ancora e il sentiero sale, scende, diventa pietraia… insomma trekking pesante a tutti gli effetti.
Alla spiaggia ci siamo arrivati dopo un’ora e mezza con il sole che cominciava a picchiare sulla testa…
Davanti l’immagine non era per niente male. Purtroppo essendo una baia molto stretta e profonda le correnti scaricano sulla spiaggia un sacco di immondizia… tra cui tantissima plastica, cassette di legno e altre cosucce… mentre io mi lamento che i monaci del monastero che si trova sul sentiero potrebbero prendersi la briga di fare una passeggiata una volta alla settimana per pulire la spiaggia…. mio marito simpaticamente nota che nonostante tutto è una spiaggia organizzata…. il mare riesce a fare la raccolta differenziata separando la zona dove scarica plastica, da quella dove scarica tutto il resto… ci sistemiamo con l’ombrellone… ma un altra sorpresa, siamo praticamente circondati vespe, api e soprattutto tafani che decidono immancabilmente di banchettare con me.
All’andata avevamo deciso che visto che il percorso era piuttosto faticoso a livello fisico non saremmo sicuramente tornati al parcheggio nelle ore centrali della giornata… invece alle 13.30 nel momento il cui il sole mette tutto se stesso nel compito di riscaldare la terra decidiamo di salvarci qualche centimetro di pelle dagli attacchi degli insetti malefici e caricato tutto l’armamentario da spiaggia che non è per niente da trekking volgiamo al ritorno…
Immaginate… immaginate di essere attrezzatati per il trekking con sandalini da spiaggia e un vestitino copricostume
Immaginate di avere uno zaino sulla schiena, l’ombrellone su una spalla, la borsa da spiaggia della topo sull’altra spalla e di fare trekking su sentiero e pietraie alle 13.30 di pomeriggio a quasi 40°.
Io ho pensato di avere le visioni… forse era un miraggio…. l’acqua l’avevano quasi finita e considerando che ci avevamo impiegato molto più di un’ora al mattino per arrivare in spiaggia il ritorno sarebbe stato infinito…..
… e si è palesato il monastero, un gioiello antico, un monumento prezioso, un posto da visitare con interesse… Come io sostenevo che i monaci dovessero pulire la spiaggia Lollo sostiene che da che mondo e mondo i monaci servono anche a sostenere i viandanti e noi abbiamo quasi finito anche l’acqua….
e che i monaci facciano i monaci! Che ci sostengano…. Il prode maritino scarica il carico modello mulo e si avventura all’interno del monastero… speriamo bene…
Ritorna dopo 10 minuti, come un miraggio, con 8 bottigliette di acqua naturale e FRESCHE e ben due lattine di Karlovacko (birra) freschissime pure quelle…
Commento con lui che almeno… almeno se i monaci non puliscono la spiaggia… almeno accolgono i viandanti offrendo beveraggi…
Il Marito-mulo mi disillude subito… all’interno del monastero ci sono due anziani arrivati con la scorta dell’acqua a dorso di mulo (al mattino li avevamo visti scendere, ma pensavo che avessero la baracchina in spiaggia!!!!!!) e che vendono furbamente bottigliette a 2 euro l’una… (porelli anche se hanno il mulo ma se vengono tutti i giorni si fanno un mazzo che non ha confine…)
Ci beviamo tutto… e torniamo a comprare acqua… e dopo aver speso quasi 30 euro di beveraggi, ci rimettiamo in marcia….
Immaginate…. immaginate… siete arrivati con 40° in questo monastero… la gola incollata, la salivazione azzerata… e dopo aver bevuto quasi 2 litri di acqua, riprendere il cammino sempre sotto i 40° di prima, sempre con gli adattissimi sandalini da trekking di prima e con il carico di acqua…
immaginate di aver riempito un palloncino con 2 litri di acqua… e portarvelo dietro… a parte il peso… lo sballonzolamento dell’acqua dentro al palloncino… un pò da noia… un pò rende più difficoltoso il cammino…. io mi sentivo come il palloncino… grondavo sudore a più non posso (grazie… piena di liquidi) e oltre a questo… i miraggi davanti a me…Belli però… una bella immagine davvero… Mia figlia circondata da tantissime farfalle colorate che le giravano intorno… sembrava avere un aura magica tutt’intorno fatta di farfalle….
Il sentiero continua su e giù su è giù, mi volto a guardare e a fotografare la valle… che me la voglio ricordare bene…
A parte gli scherzi la valle è un canyon abbastanza stretto circondato da calanchi e verde verdissimo….
In altra situazione sarebbe stato bellissimo…
Con la giusta predisposizione mentale…. (un conto è credere di andare in spiaggia.. un conto è partire sapendo di fare trekking), con la giusta attrezzatura…. con meno attrezzatura (tipo l’ombrellone… avete mai visto un alpinista con l’ombrellone in spalla?) sarebbe stata anche una bellissima gita… soprattutto per la visione angelica di mia figlia circondata dalle farfalle…. e mentre lei saliva leggiadra per il sentiero che sembrava quasi che le farfalle la sospingessero, io…stavo per morire!
40°, pressione alta, cuore a mille, un pallone gonfio d’acqua che sballonzolava nella pancia…e dulcis in fundo, perchè c’è sempre un “dulcis in fundo”, avevo anche io la mia aura magica che mi mi girava intorno: TAFANI!
Mia figlia davanti con le farfalle, io circondata da tafani con cui lottare durante il trekking: Che destino infame!
Ci abbiamo messo due ore e mezza a tornare al parcheggio!!! Eravamo schiantati….
La gita è stata un pò così.
Se la spiaggia fosse curata, sarebbe bellissima
Se la spiaggia fosse curata, non sarebbe piena di tafani e api.
Se lo avessimo saputo prima, sarebbe stata una bella gita.
Se fossimo stati attrezzati. avremmo goduto del panorama della valle.
Se fossimo stati informati, ci saremmo beati anche della vista del monastero che a dire dei cartelli è una perla nel suo genere…
Ma…. questo è il bello dei viaggi disorganizzati, e come dice Lollo: se non ti capitano queste avventure, cosa racconti a casa?
Sara .M
Immagino, immagino tutto 🙂
Mi sembra di vedere me, in mezzo alla pineta in qualsiasi isola croata! Con l’ombrellone in spalla ovviamente!!
monica liverani
Il mulo della famiglia, però non fa una piega… fortunatamente… se avesse anche avuto da lamentarsi, io sarei morta davvero!! Che famiglia di storditi che siamo!