Nik Spatari è un artista internazionale, che in Italia non conosce nessuno. Forse non è conosciuto nemmeno a Mammola in Calabria, il paese dove si trova il Mu.Sa.Ba, la casa-museo dell’artista e della moglie che lascia senza fiato. Poi c’è lui: sensibilità e delicatezza fatta persona.
Lo so, il titolo può apparire un pochino azzardato.
Ma l’incontro con questo uomo, il guardarlo nel volto e osservarlo mentre con un pennarello schizza la tua immagine sulla controcopertina di un libro è un esperienza serena.
Lo percepisci dal suo volto che la sua è una sensibilità inusuale, che il suo rappresentare attraverso le sue opere è il racconto non-parlato del mondo. Le parole che lui non riesce a dire che prendono il volo leggere. I suoni che non può ascoltare che ti entrano dentro senza fare rumore
Questa tappa del tour #CalabriaIspirata non era una Destinazione Umana (e in verità, con il senno di poi, potrebbe esserlo a tutti gli effetti), ma una tappa che con tutte le forze è stata voluta e organizzata per mostrare che dalla Calabria si va via, ma poi si torna, che la Calabria offre possibilità, ma le tiene nascoste come se nessuno le dovesse scoprire.
Che la gente di Calabria, spesso, scava in modo forsennato per trovare un bandolo della matassa e molte volte si trova davanti a delle gettate di cemento.
MUSABA, l’opera più ambiziosa di Nik Spatari
Il Musaba è letteralmente il Museo di Santa Barbara. Chiamarlo solo museo è davvero riduttivo sia per le opere che si possono vedere, sia per l’estensione che ricopre.
In realtà è un parco-museo, un museo all’aperto: 7 ettari di parco, opere, ruderi e costruzioni che a vario titolo occupano un posizione anche piuttosto strana: Il parco rimane nascosto sotto i piloni della Statale, e proprio dalla statale sopraelevata si notano solo i colori delle opere di Nik Spatari che proteggono l’ormai non più rudere di Santa Barbara.
Per geolocalizzare la posizione, il Musaba si trova all’interno della Locride, all’ingresso del Parco Nazionale dell’Aspromonte, vicino all’abitato di Mammola.
In realtà è un parco-museo-laboratorio. Un luogo in continuo divenire, che non rimane immobile nè nelle forme, nè nei colori, nè nella sostanza
Nik Spatari: chi è
Sono rimasta molto colpita dalla sua storia, soprattutto dalle sue frequentazioni, dalle sue amicizie, dalla sua vita.
Nik nasce come Nicodemo Spatari e le sue origini sono calabre.
Nik è sordo, a causa di un’incidente avuto quando aveva circa 11 anni. In realtà parla anche molto poco e i suoni non sono proprio articolati bene, ma presumo sia a causa del suo essere sordo che nel tempo ha peggiorato il suo parlato.
Nik è sempre stato attratto dall’arte, ha vinto un’infinità di premi, ha girato il mondo, ha conosciuto persone di una certa levatura.
Ha collaborato ed è stato amico di personaggi come Picasso, Sartre, Le Courbusier, Cocteau.
Artisti super famosi che alle sue mostre si permettevano di trafugare le sue opere perchè troppo belle.
Nik è pittore, scultore, architetto, ma si è fatto a solo.
Ricerca, studio, immaginazione e fede: il libro da cui Nik Spatari ha preso e continua a prendere ispirazione è la Bibbia.
Il sogno di Giacobbe
Il sogno di Giacobbe è la meravigliosa e incredibile rappresentazione tridimensionale che occupa quasi tutto il complesso monastico di Santa Barbara. Il colpo d’occhio è assolutamente sbalorditivo.
Mistico, sacro, profano. Pace.
Entrare trovarsi davanti al Sogno di Giacobbe è allegria di colori e pace di spirito.
Il sogno di Giacobbe è stata definita la cappella Sistina di Calabria.
Solo per darti l’idea della grandiosità di questa opera.
La luce filtrata dai vetri colorati, le pareti decorate piene di cromie che raccontano le storie della vita di Gesù e sull’abside principale il sogno di Giacobbe dove Giacobbe ha il volto di Nik Spatari e la figura femminile che sta accanto a Giacobbe ha le sembianze di Hiske Maas.
Hiske Maas: l’altra anima del Musaba (e di Nik)
Hiske Maas è la moglie di Nik Spatari. Sono una coppia da 50 anni. Hiske è olandese, ha incontrato Nik a Parigi, lo ha seguito nella sua terra di origine a Mammola, ha spostato pietre e manovrato cariole inseguendo il sogno di Nik, il suo sogno.
Hiske è una combattente, Hiske appare determinata e concreta, Hiske è una tosta. Quando te la trovi davanti senti tutto il peso che lei ha portato. Il peso di battaglie fatte da sola, di riconoscimenti scivolati via, di difficoltà.
Hiske è l’altra anima di Nik, ma anche del MUSABA.
Hiske decide, Hiske pretende. Hiske vive in un’armatura che difficilmente apre. Hiske non si lascia conoscere, ma racconta il suo mondo, il museo, i progetti, il marito.
Lo protegge e lo sostiene: l’unica missione di Nik è creare, quella di Hiske di tenere lontani i pensieri da lui.
Nella sala espositiva e anche nelle opere della cappella Sistina di Calabria il viso di Hiske è riconoscibile.
Nei colori di Nik, Hiske è stupenda, magnifica, Hiske è una musa
La foresteria del MUSABA
La casa museo è anche laboratorio.
Laboratorio d’arte e di formazione.
Il Parco, la sala museale, le ristrutturazioni, gli scavi delle terme romane che sono stati trovati sotto complesso monastico di Santa Barbara, la foresteria e le opere monumentali, tutto è stato realizzato da Nik con l’aiuto di volontari.
Volontari o studenti vengono qui per lavorare fianco a fianco con l’artista. Nel periodo di lavoro sono ospitati presso la foresteria che è stata costruita appositamente per ospitare i volontari
La foresteria è essa stessa un’opera d’arte: fuori e dentro.
Stanze completamente decorate, l’esterno decorato con la tecnica del mosaico racconta la Bibbia con una tale delicatezza e una bellezza da rimanere estasiati.
Durante il tour siamo stati ospiti della foresteria del Musaba.
Oltre alla zona per la notte, in un’altra costruzione vicino c’è una piccola cucina, in modo che gli ospiti possano auto-gestire le pause e i pranzi.
Ammetto di essere stata una privilegiata. Non tutti possono essere ospitati nella foresteria del Musaba, non è previsto che i visitatori si fermino a dormire in mezzo all’arte.
La foresteria è locale di servizio ad uso di chi viene per lavorare con il maestro, ma la storia e le opere d’arte che sono sui muri e all’interno del cortiletto sono comunque visitabili
La rosa dei venti: la casa di Nik e Hiske
La rosa dei venti è la sala espositiva delle opere pittoriche, i quadri di Nik Spatari.
Ma è anche la casa di Nik e Hiske. La sala espositiva sotto, la casa sopra.
Dalla sala un’apertura in vetro sul soffitto permette di sbirciare nella quotidianità dell’artista, aumentando la curiosità di chi visita questo luogo.
Nik e Hiske ci hanno aperto la loro casa.
Colori, giochi di luce, design e opere d’arte: questa è la casa di un’artista.
Lui sembra avvolto da un’aura magica. Sorride con una dolcezza inumana. Si muove come se fosse guidato dall’armonia.
Nik ha schizzato un ritratto per ciascuno di noi, e mentre lo faceva, mentre sorrideva, mentre cercava di catturare un briciolo di anima da ciascuno di noi, Roberta ha dichiarato che sembrava di guardare il volto di Dio.
Nik emana luce e colore come le sue opere. Nik avvolge di dolcezza, Nik diffonde bellezza intorno a lui.
Nik e Picasso
Dopo aver conosciuto Nik, ho cercato informazioni sulla sua vita incredibile.
Nik incontrò Picasso durante una mostra allestita in un mercato dove lavorava spostando e contando casse.
Picasso lo invitò a posare per lui.
Voleva rappresentarlo come un cristo in croce.
Evidentemente l’impressione di trovarsi davanti ad un viso ultraterreno non era stata solo l’impressione del nostro gruppo
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Sara
Wow, mi sembra davvero un posto incredibile, fatto di persone speciali. Sei proprio fortunata!!!
Monica Liverani
È un posto decisamente da vedere! 😉
BICE ROSSETTI
Sono stata agli inizi degli anni settanta del secolo scorso una collega del fratello minore di Nik. Lui all’epoca, era “Programmatore di Sistemi” e faceva parte del mio gruppo di Project System nella Società di software GE-DA di Milano. In quella circostanza mi parlò di Nik con grande ammirazione e, sapendo che amavo l’Arte in generale, mi portò in visione un piccolo bozzetto di nudo di donna che mi entusiasmò per la bellezza, tant’è che gli proposi di vendermelo. Lui però mi disse che era di Nik e quindi che non lo avrebbe mai potuto cedere. Poi le nostre strade si sono divise ma la mia grande ammirazione per l’ inconfondibile stile di Nik non è mai scemata (nonostante sia trascorso tanto tempo!). Colgo pertanto l’occasione per complimentami con Nik e Signora Hiske per il loro continuo successo ed auguro ad entrambi Buon Natale e felice Anno Nuovo 2019 Bice .
Monica Liverani
Grazie Bice, anche io sono rimasta molto colpita dal lavoro di Nik