Che di Valencia non abbiamo approfittato nel modo giusto e non le abbiamo dedicato il tempo necessario non è fatto mistero nemmeno quando ho parlato del Mercat Central, con il viaggio dedicato all’Andalusia, la voglia di arrivare, la tappa forzata (perchè più di 1500 km in un’unica giornata) erano sufficienti, abbiamo avuto uno sguardo distratto per questa che tutti, tanti reputano una bellissima città. Tanto per dire, il lungomare, la spiaggia piena di movimento non l’abbiamo sfiorata neanche per disgrazia.
C’erano, a onor del vero delle tappe che non potevamo mancare perchè ogni viaggio ha comunque un momento dedicato anche alla piccola di casa, e lei adora i musei della scienza. In ogni città che ne abbia uno degno di nota, noi andiamo a visitare, che poi alla fine ci si diverte anche noi. Ora che ci penso l’unico che abbiamo saltato è proprio quello di Roma… vergogna.
Ma torniamo a Valencia dove ci siamo dovuti fermare per forza, ma dove volevamo vedere l’avveniristica, famosissima sagoma del Museo delle Scienze, bere l’Horcata, mangiare la Paella (Valenciana, non per niente) e assaggiare la prima atmosfera spagnola, il tutto visitando anche la città e facendoci anche shopping!
Il Museo delle Scienze e delle Arti di Valencia e l’acquario sono davero futuristici, progettati dal loro Santiago Calatrava, architetto di fama internazionale di origini valenciane, che con questa opera ha voluto proiettare verso il futuro la propria città.
La struttura che comprende la Ciudad è composta da 4 edifici, che svolgono ciascuno una funzione diversa, oltre al permanente Museo della Scienza, e al Parco Oceanico, la struttura ospita mostre temporanee di vario genere e spettacoli artistici che attirano tutti i Valenciani. Noi scegliamo cosa vedere, e visto che collezioniamo Musei della Scienza in tutta Europa, non possiamo non andare a vedere quello. Anche se prima di entrare rimaniamo per un pò all’ombra della struttura avvenistica del Parco Oceanico, dove l’ombra “architettonica” e l’arietta che serpeggia seguendo le curve sinuose del palazzo ci danno refrigerio dai quasi 40° che ci sono.
All’ingresso un corridoio intero di casse con menù di varie scelte: biglietti comulativi, biglietti singoli per ciascuno dei quattro edifici e scelte combinate a piacere. Il costo non è particolarmente esagerato Lollo e Topo spendono per il solo museo della scienza 14.20 e vi posso felicemente annunciare che al momento il prezzo è rimasto lo stesso.
Io non entro: il caldo infernale e i 1500 km mi hanno un pochino sfiancato, attendo nella refrigeratissima hall del Palazzo, dove posso osservare la più varia umanità, che come me ha scelto di rilassarsi al fresco.
Pare che la Ciudad de la Scienza sia stata eletta come miglior posto di Valencia dove fare la siesta!
Come ogni buon Museo della Scienza che si rispetti, è dotato di installazioni futuristiche e dedicate alle più famose scoperte, giochi interattivi, video e fantastiche invenzioni che vengono “riscoperte” in loco dai giovani avventori.
L’esterno è grandioso, sotto il sole cocente tutto quel bianco e l’acqua trasparente delle vasche è davvero accecante, vasche che sono tutte ricoperte di pezzettini di ceramica spezzettata bianca ton sur ton, che vagamente mi ricordano la piastrellatura del Parc Guell di Barcellona.
L’Hemisferic che rappresenta l’occhio della sapienza, contiene la sala più grande di tutta la Spagna con uno schermo concavo di 900 mq.
Il Parco oceanografico, invece è in sostanza un acquario, il più grande d’Europa. Il secondo è quello di Genova e noi quello avevamo visto, quindi abbiamo soprasseduto anche se all’interno sono ricostruiti gli ecosistemi di tutti i mari e di tutti gli Oceani!
Abbiamo ancora il pomeriggio per la parte un pochino più storica!
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