Se si arriva Stromboli da Panarea, il panorama sembra quello di una cartolina.
È da cartolina: il cono si solleva dal mare e si allunga verso il cielo con un pennacchio in cima.
Ginostra
Ginostra appare all’orizzonte, piccolo e immobile: il porto più piccolo del mondo! Fino al 2004 quando per motivi di sicurezza il porto è stato ampliato e il paese dotato di luce elettrica e di una cisterna per l’acqua potabile che viene riempita via mare da una nave.
Abitanti stabili del piccolo paese di Ginostra: una quarantina! Quaranta anime che non hanno possibilità di evasione se non il mare, Ginostra infatti non è collegato a nulla, chiuso in un limbo fra due lingue di roccia nera, due Sciare del fuoco solidificate. Isolato.
Il paese di Stromboli che è dalla parte opposta dell’isola non può essere raggiunto non ci sono strade, non ci sono collegamenti. Ginostra è così piccolo, solo e tranquillo, il silenzio che si aggira tra le case lontane si sente fin sulla barca. Le casette mantengono la tipica architettura Eoliana, dicono dalla regia, non possiamo vederlo, siamo lontani, ma sembrano semini gettati a caso e depositati dal vento: sparsi.
Per quanto sia affascinante il senso di isolamento e malinconia che si percepisce passandole accanto con la barca, tutto quell’isolamento un pochino m’intimorisce. La trepidazione mi confonde nuvole o fumo, là sul cono?
Stromboli
Il primo contatto con Stromboli è una spiaggia nera nera e un cartello che suona minaccioso.
Cosa vuol dire abitare a Stromboli? Me lo chiedo mentre leggo le raccomandazioni che rendono l’atmosfera un pochino irreale. Sono appoggiata su un enorme pentolone bollente, una pentola a pressione con la valvola che fischia in continuazione, cammino, da vicino, qui, più vicina che mai, all’anima della Terra. Il cono è vicinissimo, il terreno non trema, il mare non si agita, la vita corre sulle strade con i sanpietrini, a piedi, sulle golf car e nelle migliaia di Ape che ronzano sulla strada del porto. Tutto tace, tutto tranquillo e lui lassù fuma. Stromboliani che sanno ascoltare la voce della terra.
Il centro del paese si trova più su, non abbiamo molto tempo per raggiungerlo e farci una passeggiata: La nostra motonave ci aspetta per l’imbarco, la cena e lo spettacolo finale.
Qui, è un po’ come a Panarea, auto non se vedono. Golf car che fanno da taxi e Ape che fanno da Tir. I vicoli sono stretti, i taxi sfrecciano in mezzo alla gente.
La piazza è su un cucuzzolo. C’è anche una bella terrazza panoramica con vista su Strombolicchio, il tappo del vulcano che è stato scagliato in mezzo al mare, da una violenta eruzione. Una leggenda. Le sue pareti di basalto ripide e a picco nella luce del tramonto sono alquanto affascinanti.
Nella piazza del paese c’è un negozio di articoli da trekking: organizzano periodicamente escursioni fino al Cratere che arriva fino a 918 mt sul livello del mare. Ci vogliono circa 3 ore con attrezzatura da montagna per arrivare lassù. Nei momenti di attività più intensa del vulcano è pericoloso avvicinarsi al cratere e le escursioni vengono sospese. (Per essere sicuri di poter fare l’escursione potete telefonare al negozio Totem trekking Stromboli e chiedere info sulle condizioni vulcaniche).
Stromboli è un vulcano in perenne attività, la sua attività è costante, è regolare, le esplosioni sono intermittenti, della durata di pochi secondi e a distanza di 10-20 minuti una dall’altra, quasi sempre. Poi ci sono i momenti in cui l’euforia è maggiore e la Sciara del fuoco, è come un fiume in piena, le esplosioni sono più intense e più frequenti.
Il sole cala, la luce si inabissa nel mare e finalmente la Sciara appare! Sulla barca è tutto un fuggi fuggi in coperta per godersi lo spettacolo. Siamo fortunati, la Sciara è visibile, è in attività, massi infuocati scendono rotolando lungo le pareti rocciose, il fiume incandescente scompare nel mare, un leggerissimo crepitare, rotolare, piccole esplosioni: la forza della terra si sta mostrando, riversa la sua anima al di fuori, fa sentire la propria voce eppure sembra tutto così naturale e così tranquillo, così sereno.
Fare le foto non è semplice, le mani tremano dall’emozione, la luce è poca, i punti di appoggio mancano, la barca beccheggia: mi accontento di quello che sono riuscita a fermare nelle memorie elettroniche e mi concentro sullo spettacolo.
La foto migliore è nei miei occhi!
Lo spettacolo è di una commozione devastante.
Sarei rimasta per ore a guardare lapilli che rotolavano lungo le sponde, il fiume del magma che scorreva lento nel proprio percorso, la crosta che si apriva scoprendo un cuore ancora più rosso, ma la motonave rientra e io ancora incredula sorrido, felice.
Grazie allo Stromboli per essersi mostrato in attività straordinaria (non sempre lo spettacolo è lo stesso che ho visto io), grazie Alessandra di Sicily4Seasons per avermi offerto la possibilità, grazie equipaggio di Aliante Tour per averci accompagnato a questo spettacolo eccezionale, riempiendo i momenti di navigazione di simpatia e risate.
Lascia un commento