Ho aspettato 3 anni per quel momento, il momento di rimettere un paio di scarponi da agganciare su un paio di sci…
Che poi a quel momento ci arrivi che quasi hai paura di non saper più fare, e non saper più fare, vuole anche dire divertirsi poco, visto che la tensione e la paura non aiutano certo a godersi il bello dello sci.
Poi arriva il momento che sganci gli sci e li metti lì per terra, stringi gli scarponi più che puoi perché devono tenerti ben fermo piede e caviglia, e speri anche che quegli aggeggi infernali non ti facciano male, proprio oggi, proprio adesso, dopo averli noleggiati a casa, aver fatto mettere a posto gli attacchi per gli scarponi… non sarebbe la prima volta che devo cambiare un paio di scarponi in corso d’opera a volte fanno davvero molto male.
Infilo la punta negli attacchi e spingo forte il tallone, con il primo piede e poi con il secondo. Chiudo la giacca da sci fino al mento, perché fino ad allora l’avevo tenuta aperta, mettere scarponi, portare sci alla partenza e allacciare i ganci durissimi è un attività che ti fa stare bene a giacca aperta anche a -10°. Casco in testa e maschera sugli occhi, guanti nelle mani, bastoncini da sistemare e gli sci cominciano a scivolare.
Ci vogliono 3 minuti, forse meno per prendere confidenza nuovamente con i mezzi, la prima curva, la prima scarpinata in piano e poi via giù a velocità senza neanche frenare per provare le gambe, per provare gli sci, per vedere se gli scarponi sono stretti giusti. Da qui in poi è solo aria nella faccia, cunette da saltare, rincorse da prendere per superare il falso piano e impianti di risalita, uno dietro l’altro, togliendo e rimettendo sci, guanti, maschera, casco. Una giornata di sci è così, l’aria fredda nel naso e nelle guance, quadricipiti duri come sassi e doloranti, un bombardino preso in un rifugio, seduti in un tavolo all’aperto con il sole che ti scalda la schiena e la faccia all’ombra che congela, scaldati da una “albicocca” o qualsiasi altra cosa potesse essere.
Su Selva di Val Gardena c’è poco da dire, uno dei posti più rinomati delle Dolomiti per gli appassionati di sci, una ski area meravigliosa all’interno della più ampia area sciabile del Dolomiti Superski che permette di percorrere sci ai piedi, tra piste e impianti, circa 40 km attraversando 4 dei passi più famosi e più belli delle Dolomiti.
Un percorso che permette di sciare tutto il giorno senza ripercorrere mai la stessa pista due volte. Panorami mozzafiato, vedute incredibili e tanto divertimento!
Il Paese di Selva di Val Gardena è considerato un gioiello delle Dolomiti, uno dei luoghi più rinomati di tutte le Alpi. Qui a pochi km dal centro di Selva, a Santa Cristina c’è l’arrivo della famosa, famosissima pista Saslong che ogni anno a dicembre ospita una tappa della Coppa del Mondo di discesa libera, una pista tutta adrenalina.
Qualche dritta per il weekend?
Alloggio.
Da evitare quello in cui abbiamo soggiornato noi.
Il Garni Villa Sobosch ci ha accolto alle 22.45 di sera, in ritardo, rispetto all’orario dichiarato, di un quarto d’ora, in modo un pochino scostante e freddo. Camere piccole e modeste, un unico bagno in corridoio per 6 persone. Prezzo, rispetto agli standard di Selva alquanto basso (€ 28,00/pp).
Per me, che non mi formalizzo di niente poteva anche andare bene la sistemazione spartana, gli asciugamani duri come sassi, il bagno in comune per 6, la colazione della domenica con il pane del giorno prima ma non mi è andato bene che quando siamo arrivati il riscaldamento fosse spento, come pure, spento, lo era la sera dopo quando siamo rientrati dalle piste e dovevamo fare la doccia e aspettare l’orario per andare a cena. Le camere erano ghiacciaie.
Mangiare.
Sulle piste si mangia nei rifugi, più o meno belli, più o meno grandi, più o meno gourmet. Rispetto all’ultima settimana bianca fatta 3 anni, ho visto che sulle Dolomiti, anche in cima ai monti, dove una volta c’erano le baite, la tendenza è quella di darsi al design.
Alla stazione di arrivo dell’Ovovia Piz Boè, un bellissimo Lounge con ristorante e bar, pavimenti di pietra naturale, pareti di legno ed esagerate vetrate che permettono di godere del paradiso la fanno da padroni accompagnati da una cucina a vista, ordinata, pulita, spaziosa e tutta luccicante di acciaio, con giovani chef al servizio che impiattano al momento.
Solo per l’atmosfera, l’Alpine Lounge Piz Boè merita la visita, il camino acceso che ti accoglie appena entrato e la maestosa vista sul vuoto sono spettacolari! Anche i bagni, che sembrano salotti, meritano la visita. 10+ davvero per il design, la vista, il servizio e l’atmosfera.
Un bellissimo ristorante, in un, suppongo soltanto, bellissimo hotel.
Ristorante Hotel la Freina me lo immagino bellissimo, visto come si presenta l’ingresso e il ristorante. Ambientazione e atmosfera accogliente, profumo di montagna e di cose buone da mangiare. Luci calde e personale gentile e paziente. Un filetto di cervo superbo e una variazione di dessert che era una cosa vergognosa per quanto era bella e per quanto era buona. Stupendi anche tutti i piatti che hanno scelto i miei compagni di cena, un rapporto qualità/prezzo più che onesto.
Divertirsi.
Ai piedi della famosissima pista Saslong a Santa Cristina nel cuore della Val Gardena a pochissimi chilometri da Selva dopo aver percorso la mitica pista della coppa del Mondo ad impianti chiusi, ci si scatena. Tutto all’aperto riscaldati da fuochi e funghi, bombarbini, cocktail e birre e musica dal vivo per scaldare mani e piedi con scarponi e caschi e si balla… fino a che… non bisogna prendere un taxi per tornare a Selva se non si vuole fare la strada a piedi per raggiungere la Statale, sempre scarponi ai piedi e sci in spalla, per poter prendere l’autobus per tornare a Selva. Forse, annebbiata dai fumi dei bombardini e dei prosecchi non ricordo il nome, ma non si può sbagliare è proprio all’arrivo della Saslong e la gente che balla e si diverte è segno inconfondibile.
Sciare.
Sul comprensorio, uno dei più belli al mondo non si può dire nulla, le piste sono bellissime, i percorsi, panoramici all’ennesima potenza, gli impianti veloci e capaci di portate molto elevate.
Il costo degli skipass non è cosa da poco, ma c’è da dire che viene abbondantemente ripagato dagli investimenti che le società di gestione effettuano per poter dare un servizio sempre migliore ad un numero sempre maggiore di persone. Tante stazioni di impianti di risalita sono state ricostruite, ammodernate e sistemate, e sì, nonostante il costo abbia un incidenza notevole sul weekend o sulla settimana, effettivamente l’impiego dei capitali per migliorare le prestazioni e il divertimento degli sciatori sono innegabilmente sotto gli occhi.
A parte il male agli “stinchi” che gli scarponi mi hanno procurato, a causa anche di quegli “assassini” dei mie compagni di viaggio, che dominano ogni pista come se stessero facendo loro la Coppa del Mondo di Sci… mi sono divertita davvero molto e ne ho già voglia di nuovo!
Grazie Alessandro, Simonetta, Piero, Bea, Tiziano, Ettore e Lisa… mi prendete anche la prossima volta?
Monica Liverani (@ideedituttounpo)
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