Vilnius non può essere definita una capitale bellissima nel senso classico del termine, Vilnius è bizzarra nelle forme e nelle idee e per scoprirla ci vuole calma e leggerezza. Per assimilare le sue bizzarrie che la rendono unica tra le capitali baltiche per i suoi simboli, le sue architetture gotiche, classiche e barocche.
Che Vilnius non mi avesse entusiasmato non ne ho fatto mistero nel primo post che scrissi: la prima mezza giornata che abbiamo dedicato alla nuova capitale lituana appena arrivati e parcheggiati nel city camping era stata un pochino una delusione. Con la fretta di avere poco tempo e di non aver studiato nemmeno un po’ le caratteristiche di questa città, di Vilnius avevo potuto NON apprezzare una strada principale costeggiata da palazzi dall’aria Boehmien piena di turisti, gelaterie e ristoranti.
Fortunamente, complice il fatto che avevo pagato in anticipo due notti nel city camp, siamo rimasti anche un secondo giorno, dove io ho ribaltato completamente la mia opinione sull’attuale capitale della lituania
Vilnius non è sempre stata la capitale della Lituania: in antichità la capitale era Trakai ➡Trakai, la prima capitale della Lituania
Vilnius, una delle tre capitali baltiche
Vilnius è una delle tre capitali baltiche. Il trittico di paesi al confine con la grande Russia affacciati sul mar Baltico. Sono spesso accomunate in un unica grande zona geografica, ma sono completamente differenti fra loro, per architettura, storia, idee. Di tutte e tre le capitali Tallin è la più bella nel senso classico del termine, Riga è la più sorpredente e particolare, Vilnius la più bizzarra.
I racconti delle altre capitali baltiche li può leggere qui:
Tallin, la bellissima capitale dell’Estonia ➡Tallin, la bellissima capitale dell’Estonia
Riga, sorprendente capitale della Lettonia ➡Riga, capitale della Lettonia : sorprendente
La storia di Vilnius
Vilnius è nata, secondo una leggenda per via di un sogno. Il Duca di Gediminas durante una battuta di caccia si fermò a riposare sulla collina che ora porta il suo nome.
Durante il riposo fece un sogno in cui era presente un lupo. Il Duca raccontò il sogno ad un magò che profetizzò successo e gloria per la città che fosse costruita dove il lupo ululante era stato sognato e così sulla collina di Gediminas, nacque il nucleo di quella che sarebbe diventata la nuova capitale della Lituania.
Sulla collina di Gedeminas si può ammirare un panorama a 360° di tutta la città che si snoda lungo il corso della Vilnia, il fiume della città, e i resti del castello che furono l’inizio di questa prospera e gloriosa città.
Purtroppo non sempre è stata gloriosa, Vilnius, ha subito nei corsi dei secoli saccheggi e dominazioni. È stata contesa, dominata, soggiogata da ogni parte. Polonia e Russia, in particolar modo se la sono contesa, litigata, passata, tanto che nel corso delle guerre e delle dominazioni, la città ha cambiato volto parecchie volte.
Fino al 1990 quando la Lituania si è proclamata indipendente e si è liberata dall’oppressore sovietico.
Ogni angolo di Vilnius racconta la storia antica e moderna della città, ogni angolo mostra vivacità e fermento aritistico e culturale, modernità che contrastano con l’aspetto decadente delle costruzioni e con gli autobus di linea che sembrano riportarti davvero nel periodo della dominazione sovietica.
Vilnius cosa vedere
A Vilnius bisogna camminare.
Bisogna un po’ perdersi.
Bisogna addentrarsi nei vicoli medievali. È difficile dire cosa vedere a Vilnius. Vilnius va scoperta piano piano e va cercata. A prima vista la sua via più elegante e frequentata sembra un enorme viale pieno di turisti ma privo di attrattive, e non è questo che bisogna vedere a Vilnius.
Bisogna addentrarsi nelle sue stradine medievali, acciotolate, perdersi per incontrare le unicità che la rendono perfettamente adatta all’aggettivo “bizzarra”.
Di sicuro a Vilnius non si può fare a meno di imbattersi in una delle tantissime chiese ortodosse o cattoliche che sono disseminate ovunque. Un detto popolare racconta che in qualuque punto della città tu ti trovi è impossibile non vedere nemmeno un campanile.
Le chiese sono davvero infinite, ma noi ci siamo concentrati in particolare su due cattoliche e su una ortodossa.
La chiesa di Sant’Anna
La chiesa di Sant’Anna di trova vicino al fiume, percorrendo viottoli stretti, sinuosi e acciotolati si arriva vicino alla riva del fiume dove svetta questa chiesa che ha un colpo d’occhio incredibile.
La chiesa di Sant’Anna è uno dei principali monumenti di Vilnius che vengono visitati durante un tour, dalla seconda metà del 1400, periodo in cui fu costruita, ad oggi è uno dei pochi simboli della città, che è riuscita a mantenersi immutata nel tempo. Lo stile della chiesta è gotico flamboyant, una variante del gotico con una particolare attenzione ai dettagli, con guglie che svettano nel cielo e che danno l’impressione di una gigantesca fiamma che si leva contro il cielo.
Abbiamo avuto fortuna: ci è apparsa nella sua maestosità in una splendida giornata di sole con un cielo particolarlmente saturo: il contrasto tra il colore dei mattoni e il cielo ha fatto la sua parte per farcela piacere davvero tanto.
Anche l’uso dei mattoni per la costruzione di questa chiesa è una peculiarità della città e della zona della Lituania: la chiesa di Sant’Anna è costruita con trentatre tipi diversi di mattoni. L’uso dei mattoni era dovuto al fatto che in zona non esistevano rocce e pietre naturali da utilizzare per la costruzione degli edifici.
La cattedrale di Vilnius
La cattedrale di Vilnius, è completamente diversa dalla chiesa di Sant’Anna. È bianca e candida, al centro di una piazza piastrellata, immensa e bianca.
L’aspetto attuale della cattedrale non è quello originario, risale al 1700. La chiesa originaria ha subito più volte, distruzioni e ricostruzioni. Chi dominava il paese e la città di Vilnius, la distruggeva, la modificava, le cambiava destinazione d’uso, tanto che nel periodo della dominazione sovietica, la chiesa fu chiusa al culto e poi trasformata in seguito in una galleria d’arte.
La posizione dove si trova la cattedrale è particolarmente importante per la storia della Vilnius moderna: da una piastrella situata sulla piazza della cattedrale iniziò, nel 1989, quella che venne definita la catena baltica e che fu il primo passo verso l’indipendenza
La catena Baltica parte da Vilnius
La catena baltica fu un moto di ribellione di tutti i Paesi baltici nei confronti del dominio sovietico. Non sto parlando di secoli fa, parlo dell’anno 1989, anno in cui, io teenager, seguivo le vicende di questa zona al telegiornale. Anni in cui conquistare la torre della televisione voleva dire aver conquistato un Paese. Me lo ricordo il 1991, quando la torre della televisione venne presa d’assalto dai sovietici che volevano ripristinare il proprio dominio.
La catena baltica, un paio di anni prima aveva avuto l’effetto contrario: quello della liberazione e dell’indipendenza.
Dalla mattonella, su cui è incisa la parola Stebuklas che significa miracolo, partì una catena umana di circa 2.000.000 di persone che per 600 km da Vilnius, passando per Riga, per terminare a Tallin, si tennero per mano per protestare contro il regime e rivendicare l’indipendenza.
Si dice che la mattonella abbia poteri magici, che bisogna fare 3 giri su se stessi sulla scritta Stebuklas, per fare in modo che si avverino i desideri. Probabilmente il miracolo più vero fu quello di unire così tante persone in un’unica grande protesta pacifica.
Dove sia la Stebuklas nessuno lo dice, e non conoscendo le fattezze della mattonella nonè per niente semplice. Ora che hai visto questa nella foto non ti sarà difficile trovarla ispezionando velocemente le piastrelle che compongono il fronte e il fianco della cattedrale.
Noi, furbi come le volpi, ci siamo divisi la piazza riga di mattonella per riga di mattonella, perlustrando tutto il selciato e controllando ogni mattonella: bastava guardare ad altezza uomo dove nugoli di giapponesi si assembravano e giravano su loro stessi. 😆 . [Ops! ora ti ho svelato il segreto per trovarla 😆 ]
La collina di Gediminas
La collina di Gediminas è dietro la cattedrale di Vilnius. Movimenta il paesaggio perchè questa collina si trova proprio nel centro città che è invece piatto. È un polmone verde, un parco, ma anche un luogo storico e leggendario dove si narra abbia preso vita il nucleo iniziale di Vilnius.
In cima alla collina si può arrivare tramite la funicolare oppure a piedi, la passeggiata è in salita, ma fattibile e non troppo lunga, in fondo la collina non è altissima e la passeggiata è breve, anche perchè pare che al momento la funicolare sia fuori uso.
Sulla sommità della collina, i resti del castello e della torre di avanposto che dominano sulla piana e sulla valle che accoglie il fiume e tutta la città dove si riconscono i tratti medievali e le zone completamente nuove e moderne.
Il panorama spazia davvero a 360°
La Repubblica di Uzupis
La Repubblica di Uzupis è una delle bizzarie più particolari che si possono vedere a Vilnius.
La Repubblica di Uzupis geograficamente è collocata sulla riva destra del fiume Vilna, è separata dal centro storico della città dalla sette ponti, come se fosse una sorta di isola. Letteralmente Uzupis significa “al di là del fiume”: nome perfetto per questo angolo di città diverso in tutto e per tutto dalla città stessa.
Questo quartiere, oggi dedicato agli artisti, è sempre stato un ghetto urbano. Prima era il quartiere degli ebrei che vennero completamente sterminati durante l’Olocausto, per poi diventare, alla fine della Seconda Guerra mondiale, un quartiere malfamato dove vagabondi, senza tetto, delinquenti e prostitute facevano base.
Dopo la Seconda Guerra mondiale il quartiere era decisamente degradato: le costruzioni non avevano solo l’aria decadente, ma erano proprio fatiscenti. Il quartiere era un grosso problema per la comunità di Vilnius.
Nel 1997 un regista, artista, poeta ebbe la vaneggiante e fantasiosa idea di fondare la propria Repubblica, costruita sui valori dell’anticonformismo, della libertà e dell’amore. Una Repubblica utopistica dotata di costituzione composta da 41 articoli e retta da un presidente e dotata anche di un piccolo esercito.
Il quartiere ebbe una nuova vita: artisti, scrittori, pittori si trasferirono oltre il fiume aprendo botteghe, gallerie, e caffè.
Oltrepassando il ponte, un cartello regolamentare avvisa dell’ingresso nella Repubblica indipendente che nel 2013 ha avuto anche il riconoscimento dal Presidente della Lituania.
Quando nacque la Repubblica di Uzupis, attirò l’attenzione di molti e molte delegazioni Europee andarono in visita a questa bizzarra forma di governo.
Il Dalai Lama è stato nominato cittadino onorario dopo la sua visita.
La Repubblica di Uzupis è quanto di più utopico possa esistere, eppure c’è e la sua costituzione è affissa nella strada principale su pannelli di metallo in moltissime lingue mondiali.
Il quartiere ha ripreso vita. Il mercato immobiliare è vivacemente attivo. Ristrutturazioni e sistemazioni sono in opera, anche perché questa zona è diventata molto ricercata a livello commerciale e abitativo.
E la Repubblica vive ancora sorretta dal suo Presidente.
Street Art a Vilnius
La street art è una parte fondamentale della Repubblica di Uzupis o quartiere degli artisti. In ogni angolo è possibile ammirare graffiti e capolavori più o meno recenti. Nonostante questo, il quartiere mantiene un’aria decandente, vintage e molto “liberale”.
Il cimitero di St. Bernardine
All’estremo opposto di dove siamo entrati nella Repubblica di Uzupis, c’è un cimitero, lo so fa strano considerare un cimitero come un’attrazione turistica. Eppure nella follia della democratica Uzupis, è perfettamente integrato.
Il cimitero di St. Bernandine è un cimitero storico del 1800 immerso in una bolla verde e ombrosa. Il cancello di ingresso e le prime pietre tombali rendono tutto un po’ spaventoso, ma più ci si addentra, più si ammirano le opere d’arte funerarie, perchè alcune lapidi e alcune pietre sono davvero bellissime, più ci si sente a proprio agio.
Il cimitero di St. Bernandine ha un’atmosfera rilassata. Sembra quasi voler contrastare il caos creativo che muove il quartiere fuori dal cancello arruginito e scardinato.
Continua a camminare, Vilnius sorprende con le proprie bizzarrie che escono anche dalla Repubblica di Uzupis: il fermento culturale e liberale si incontrano ad ogni angolo. Ci sono angoli di strade dedicate a poeti e scrittori con muri decorati da frasi e pensieri, negozietti di craft semplice ma allo stesso tempo chic, alberi vestiti con cappotti di lana colorati. Vilnius è da guardare con occhi curiosi
gianni
Vilnius è carina ma a me personalmente ha lasciato poco. Diciamo che si vede tutta in 24 ore, massimo un giorno e mezzo. La “Repubblica” di Uzupis poi l’ho trovata piuttosto finta, di alternativo ci ho visto ben poco, solo ristorantini e bar. Niente a che fare con zone veramente alternative e anarchiche (per chi piace il genere…) altrove.
L’unico punto di forza secondo me è l’atmosfera bohemienne che si respira nel centro città per via dei molti palazzi storici non rinnovati, ma niente che non si possa vedere in altri paesi dell’est tipo Slovacchia o Polonia.
Monica Liverani
Ciao Gianni,
anche a me ha fatto una strana impressione il primo pomeriggio, ma poi l’ho rivalutata al secondo giorno.
Di sicuro tra le capitali baltiche è quella che ha lasciato meno anche a me.
Però la Repubblica di Uzupis mi è piaviuta molto ma è probabile che sia cambiata in questi anni, io ero stata nel 2015, quindi è possibile che la ristrutturazione e la consapevolezza che quello fosse un luogo attraente, l’abbia trasformata un po’.
Quando sono andata io c’er solo street art e un atmosfera decandente
Grazie per essere passato di qui