Nell’ Oceano Artico a caccia di balene, il whale safari alle Vesteralen
Le isole Vesteralen sono sorelle delle Lofoten. Sono due arcipelaghi molto vicini nel Mare di Norvegia. Nell’Oceano Artico.
Oceano Artico! A dirlo così ci si immaginano distese di ghiaccio e iceberg che galleggiano ovunque, navi rompighiaccio, e foche distese sul pack.
Un po’ più in alto è così, noi ci siamo fermati SOLO a 200 km sopra il Circolo Polare Artico. SOLO! Siamo al confine dell’Oceano Artico e ci si siamo stati d’estate. Le isole Vesteralen sono “sopra” le Lofoten e sono state tappa del nostro giro prima delle loro bellissime sorelle. Non che queste isole abbiamo un fascino minore rispetto alle Lofoten, non le abbiamo visitate con molta attenzione, eravamo qui perchè volevamo vedere le whale. Le whale sono le balene, mammiferi marittimi che su tutti i bambini esercitano sempre un fascino enorme. Io mi porto il sogno di vedere lo spruzzo e le enormi code immergersi nel mare da quando, bambina delle elementari, andammo in gita in una sorta di hangar temporaneo installato nella mia città, dove era stata messa in mostra una balena imbalsamata. Un’evento temporaneo a cui parteciparono tutte le scuole della città e circondario. Fare un whale safari vuole dire vederle dal vivo, vuol dire vedere lo sbuffo, vuol dire vedere la coda che si immerge per ultima e vuol dire prendere gli spruzzi e fare foto fantastiche! Ma devi essere fortunato! Noi avevamo fiducia. Come dire, veniamo una volta nella vita per vederle e vuoi che non si facciamo notare? Già, vuoi proprio non vederle?
E’ il 10 agosto, siamo sbarcati sulle isole Vesteralen attraverso uno dei ponti a cui sono collegate alla terraferma. E’ pomeriggio, ma ogni tanto ci confondiamo, le giornate qui sono talmente lunghe che si perde un po’ il senso dell’orientamento temporale. Le informazioni ci dicono che a Myre c’è l’unico campeggio dell’arcipelago, ma noi per il momento continuiamo fino a Stø, località marina dove sembra quasi di stare ai confini del mondo, su una puntina estrema di una delle isole dell’arcipelago. L’ufficio prenotazione del Whale Safari è situato dentro una costruzione tipica. Una gentile e riccioluta signorina ci spiega che teoricamente i barconi partono tutti i giorni, ma dipende molto dalle condizioni meteo del mare. L’unica cosa che possiamo fare è metterci in lista di attesa per le 11.00 del giorno successivo, orario necessario per capire le condizioni meteo e decidere se far uscire la barca. Per fortuna che non abbiamo prenotato da casa. Eh si! Perchè non si può mica sapere come sarà il tempo, non si sa da un giorno all’altro. Sui siti avevo letto che a volte in agosto è difficile trovare posto, ma nei nostri viaggi OnTheRoad, la flessibilità è il punto forte, quindi possiamo permetterci, eventualmente di aspettare anche un giorno in più. In fondo alla strada, scopriamo esserci un Bobilcamp.
Un Bobilcamp è una sorta di area sosta per camper. In Norvegia camper e campeggiatori sono stra benvenuti e ovunque ci si può fermare, e tutti sono organizzati per ospitare al meglio questo tipo di turisti, MA, senza fronzoli. C’è un bar da un lato del piazzale e nella stessa costruzione, ma nel retro del bar, una mini cucina disponibile per ospiti con fuochi e lavello, un bagno e una doccia riscaldati e volendo anche la corrente elettrica. Il bar tra l’altro è molto carino tutto in legno! Ci fermiamo qui. C’è un furgoncino e noi con la nostra Maggiolina. Aspettiamo che si faccia sera… o meglio aspettiamo che si faccia l’ora di cenare, perchè qui la sera non arriva mai. E’ fresco e tira molto vento… Finiamo la giornata con il sole… che si mostra verso le 10.00 della sera…
La giornata comincia bene, mi illudo io, perchè il cielo è terso e limpido e il sole scalda, ma il vento non ci ha abbandonato. Andiamo all’ufficio per capire se partiremo e dopo aver pagato (profumatamente) la gita, con xamamina compresa nel prezzo, cominciamo la vestizione. Calze, calzamaglie, pile e piumini, k-way antivento e antiacqua. Sembriamo una famiglia di “Omini Michelin”, non sarà troppo? Prendiamo tutto dietro, non si sa mai. Siamo carichi fisicamente e anche moralmente.
Prima della partenza ci danno lezione di comportamento a bordo e mettono alla Topo un giubbino di salvataggio. E’ l’unica bambina e ci dicono che è per sicurezza, visto che il mare muove un pochino, ma che non c’è nessun pericolo. Boh!
Appena usciti dal porto, capiamo che il mare-muove-un-pochino è un’amplificazione completamente distorta della realtà! “Cavalle” alte, minacciose e spumeggianti ci fanno cominciare la danza che ci accompagnerà per il tutto il viaggio di andata. Sembra di stare in un film. Il barcone, un peschereggio riutilizzato per i safari, si alza quasi verticamente sull’onda per poi ricadere e infilare la prua completamente dentro al mare quando scendiamo dal “cavallone”. Noi siamo fuori. Chiudersi in cabina con questo movimento, vuol dire andare incontro a mal di mare assicurato… L’acqua che entra in coperta ci arriva a metà gamba teniamo la Topo in braccio su una panca per non farla bagnare, e farle prendere aria, l’abbracciamo e le diciamo di guardare il panorama mentre le raccontiamo di storie fantastiche e di gigantesche balene e continuiamo il giro in giostra, cavalcando onde gigantesche… Ecco perchè il giubbottino di salvataggio… ecco perchè la xamamina è compresa nel prezzo. La Topo ride per gli spruzzi che le arrivano in faccia, io comincio a sentire qualche cosa di strano. Da dentro alla cabina arriva un’odore strano… Ahahah! scusate, ma mi scappa da ridere (adesso) ci stanno preprando il pranzo… volete sapere cosa??? Zuppa calda di merluzzo con una fetta di pane nero… stiamo cavalcando onde gigantesche e ci danno zuppa… Vogliono ucciderci!. L’odore è fastidiosissimo ma è caldo, almeno da tenere in mano… Alla Topo solo il pane nero. Un cowboy del nord esce dalla cabina e con una tazza di caffè si posiziona a prua… la barca continua a saltare dentro alle onde. Per un attimo lo perdiamo di vista, è rimasto sotto… dentro un’onda! Impassibile con la sua tazza di caffè di mare rientra in cabina. Topo e Lollo ridono tanto.. poi la testa della Topo comincia a ciondolare. Non era Xamamina.. mezza barca è dentro che dorme stordita dalla pastiglia in questa giostra tra le onde! Io cerco di resistere… Due ore di giostra, due ore di su è giù per le onde, due ore di spruzzi di acqua e di freddo gelido, mi vesto, mi svesto, giro su me stessa, che tragedia arrivare. Finalmente la barca rallenta. Siamo nel punto. Spalanchiamo gli occhi… ma siamo in pochi che cercano di avvistare le balene… sono ancora tutti collassati sulle poltroncine interne. Ora si sta meglio però… Ma di balene neanche l’ombra. Abbiamo girovagato per un’oretta cercando di avvistarne una. Qualcuno ha anche urlato “whale”, ma la balena l’ha vista solo lui. Il ritono è più semplice, il vento e le onde le abbiamo alle spalle e ci sospingono più dolcemente visto che anche l’intensità è diminuita. Ci fanno fare un passaggio vicino ad uno scoglio per vedere foche, aquile di mare e pulcinelle.
Accontentatevi delle foto… Stordita non si sa bene da quale droga che loro spacciano per xamamina, stordita dalla leggendaria cavalcata sulle onde, con ancora l’odore della zuppa di Merluzzo nel naso, e lo stomaco completamente vuoto, è il massimo che sono riuscita a fare!
Sono un po’ delusa per non avere avvistato le balene, ma abbiamo la garanzia… in caso di non avvistamento ti garantiscono il viaggio anche il giorno dopo gratis….
Lollo mi guarda, carica la bambina e prende la strada verso le Lofoten… ho l’impressione che, anche se non l’ha dato a vedere sia stata una prova dura anche per lui.
Siamo stati sfortunati con le condizioni meteo, ma ora come ora, tornerei a farlo ancora!
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RT @ideedituttounpo: A caccia di Balene… noi ci abbiamo provato! #Vesteralen @visitnorwayIT http://t.co/iX347ejgCY http://t.co/MV8XskUiY7
@mayayoi @NatGeoItaly in estate in cerca di balene http://t.co/48ddAjIcM1 sono stata sfortunata. Bisogna tornare per vedere aurora e balene
in inverno pensi che si lasceranno vedere? #safariwhale (si spera con whale)
Da giovedì prossimo io starò con il naso attaccato al monitor per seguire Girovagate – Idee di Viaggio che va a… http://t.co/km6ewTNt75
Bellissimo racconto, peccato che alla fine di tutte queste peripezie non siate riusciti a vedere le balene.
Vi capisco: anche io ci sono andato vicino a Moorea, nella polinesia francese. Purtroppo il giorno dell’escursione non compaciava con la nostra permanenza nel resort. Che delusione!
Grazie Fabio, sul momento l’abbiamo vissuta “male” perchè fisicamente è stata davvero dura! Ma dopo due giorni ci ridavamo già su, pensando all’avventura.. E’ vero, non abbiamo visto le balene, e ci riproveremo, ma la Norvegia ci ha dato tantissimo altro! … Io vorrei vivere là!
Vesteralen con caccia alle balene… ma si vede che non siamo buoni cacciatori: http://t.co/9eY4w9u6tC