Cosa si può dire di Siviglia che non sia già stato detto? Niente non c’è proprio niente da dire a Siviglia.
Eppure qualche parola devo riuscire a scriverla, perché tanta bellezza mi deve uscire dal cuore.
Fino ad ora ti ho parlato di Granada e Cordoba : stupende!
Siviglia è la mia preferita!
Sarà l’aria, bollente, che si respira in agosto, le baracchine delle granite, cavalli e carrozze e quei riccioli, quelle guglie, le zingare, la cattedrale più grande, la Plaza de Toros, i mercati, i locali di tapas.
O forse è “quell’Alegria” che aleggia nelle vie, come una leggera nebbiolina, un velo che si appoggia sulle guglie della cattedrale, si affaccia dalle bifore della Giralda, passeggia in carrozzelle nere e gialle trainate da cavalli, oppure segue il placido corso del maestoso Guadalquivir, fino a diventare più denso e pesante e trascinarti a forza a Triana, dove prende forza, dove si trasforma in flamenco, dove le scarpe sono robuste e chiodate, i vestiti colorati ridondanti di frappe e ondeggianti al passaggio furioso e incalzante delle note gitane che escono rabbiose, intense e passionali dalle chitarre andaluse.
Siviglia è così! Pasionaria e intensa e bella da morire!
Siviglia e la sindrome di Stendhal
In una visita a Siviglia non ci si può perdere nulla, non c’è niente che è più consigliato di altro da vedere, o vivere, Siviglia è imperdibile ad ogni angolo, stabile, solida.
Raggiungere il centro storico provenendo da Plaza de Espana o da Avenida Portugal o Avenida De Maria Luisa, quindi entrando da Sud nel superbo centro storico di Siviglia sono rimasta rintontita da un turbamento. Una sorta di sindrome di Stendhal che più che procurare malesseri, mi ha procurato euforia, la gioia di essere , la tranquillità di stare, la voglia di rimanere. Sebbene si dica che la Sindrome di Stendhal sia nata riferita soprattutto alla città di Firenze, il turbamento che mi ha colto, mi ha pervaso di euforia, gioia e serenità. L’estasi è cominciata costeggiando la Real Fàbrica de Tabacos che ospita l’Università fino poi svoltare sull’ingresso dell’Hotel Alfonso XIII.
Tutte le sere mi sono fermata ad ammirarlo immaginando la vita glamour e regale che entrava e usciva da quell’ingresso.
La piazza che si apre davanti all’Hotel Alfonso XIII e la strada che arriva fino alla Cattedrale gotica più grande del mondo, la terza più grande in assoluto, sono aperte, larghe, spaziose e ariose.
Danno respiro! E con 42 gradi in pieno Agosto a Siviglia si respira! E quel velo leggero che sovrasta la città città, fatto di balze colorate, pantaloni neri, profumo di rosmarino, bicchieri colorati di sangria, note di fisarmoniche e zoccoli di cavalli, granite rinfrescanti, teloni ombreggianti eleganti e sospesi tra i palazzi gotici, Neo mudéjar, e arabeggianti ti guida in un percorso a 5 sensi.
E poi c’è Plaza de Espana… un po’ defilata rispetto al centro della città un po’ fuori, ma sembra un mondo a sé una città nella città. La forma, i colori, i decori i ponti sono simboli che rappresentano la Spagna, i suoi re e le sue provincie, ma la cosa incredibile è la rilassatezza che si prova in questo luogo magico.
Cosa non perdere a Siviglia? L’atmosfera!
Chiunque sia stato a Siviglia, qualunque guida ti dirà che non puoi perderti la maestosa e svettante cattedrale Gotica, L’incredibile palazzo reale dell’Alcazar, il completissimo archivio della Compagnia delle Indie, Il Barrio Santa Cruz con i suoi negozi, la salita alla Giralda, prima minareto e poi campanile e anche il moderno Parador, la grande Plaza de Toros ma in realtà quello che non puoi perderti a Siviglia è l’atmosfera gitana di uno spettacolo di flamenco o i decorati locali di tapas del quartiere di Triana, dove i gitani vivono e dove l’espressione culinaria della tradizione “tapearia” raggiunge il suo massimo. Pasionaria Siviglia: voglio tornare.
Monica Liverani (@ideedituttounpo)
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