Narva è una località dell’Estonia che abbiamo visitato durante il nostro tour delle capitali Baltiche.
È l’estremo confine tra l’Europa e la Russia.
Il nostro itinerario era sviluppato su 15 giorni, non tantissimi considerate le difficoltà logistiche dovute all’attraversamento di 5 differenti Paesi, con strade statali, poche autostrade e lavori in corso in ovunque.
L’Estonia sarebbe un Paese da visitare per la natura, ma noi proprio a causa del poco tempo abbiamo un risvolto più “cittadino” al nostro viaggio concentrandoci sulle città.
Narva: il confine dell’Europa
Narva, diciamolo pure, non è bellissima, anzi non lo è per niente.
Ti chiederai per quale ragione si sono andata. Me lo ha chiesto anche Lollo, “cosa andiamo a fare?”.
Volevo affacciarmi a quel mondo dipinto di rosso, che tanto mi attrae, ma che mi sembra così difficile da raggiungere: la grande Russia. Da Tallin a Narva sono circa 200 km: una bazzecola di distanza da percorrere su un strada statale per lo più pianeggiante e dritta, dritta fino al confine.
Immaginavo un tratto di strada trafficato da grandi camion che effettuano la rotta Russia – Europa. È probabile che questa non sia la via più comoda per sconfinare in Russia, visto che l’intero percorso non abbiamo visto camion, auto e moto. Le repubbliche Baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, sono state a lungo sotto il dominio sovietico, ma arrivare a Tallinn stupiti per aver trovato una città che mette in mostra prepotente, segni del Medio Evo e segni di una nuova vita moderna e indipendente, mi aveva lasciato la voglia di cercare i segni di quella dominazione che ho sempre immaginato cupa, triste, silenziosa, fatta di segreti, di congiure e di torture.
Anche la guida descrive la città il cui unico interesse è rappresentato dalle donne vestite di nero, con il fazzoletto nero in testa, sedute sulla sponda del fiume a guardare il passato con una poco velata malinconia.
E io volevo vedere quella malinconia, gli occhi tristi di chi sta su un confine senza poterlo attraversare, aspettando il ritorno di un caro, che a proprio discapito è rimasto sulla sponda sbagliata del fiume.
Entrando a Narva il regime sovietico si respira tutto: grigi e bruttissimi palazzoni rendono perfettamente l’idea del grigiume ricercato dal regime fuori e dentro le persone. Cercavo le donnine vestite di nero sedute sulla sponda del fiume a guardare la fortezza gemella di Narva.
Eccola qui: Narva, brutta, grigia, triste, in una meravigliosa giornata di sole in un punto molto a Nord dell’Europa con la sua bella fortezza a fare da guardia a quel confine segnato dal fiume. Le cerco queste donne nostalgiche, ma non le trovo, intorno al confine di Stato c’è tutto il movimento che nel resto della città non si vede proprio.
In questa terra di confine, il confine è la vera attrazione. Il fiume separa l’Europa e la Russia, un ponte collega Narva alla Russia, una scritta gigantesca sul confine russo, ti ricorda che per arrivare di là bisogna meritarselo e quel cartello che indica “San Pietroburgo 160 km”, è innegabile, mi fa sognare nuove avventure.
A Narva sulla sponda del fiume c’è il Castello di Hermman, è un castello medievale imponente, costruito fra il XIII e XIV secolo e molto legato all’Ordine Teutonico Germanico. Oggi racchiude al suo interno il museo civico di Narva, che non abbiamo visitato, ma fa da sponda al confine. ai suoi piedi un bel lungofiume attrezzato con panchine, piste pedonali e baracchine che vendono cibo, credo che sia il punto in cui la quotidiana mondanità di Narva nei giorni liberi di ciascun abitante.
Dall’altra parte del fiume Narva a fare da contrafforte la fortezza di Ivangorod. E sembra che i due manieri, si sfidino e si osservino sospettosi.
Il confine è blindato! Blindato come non siamo più abituati a vedere i confini in Europa, chiuso dentro una cancellata alta e ad apertura automatica: se prima non fai vedere i documenti non entri dentro al confine. Poi si passa al ponte che attraversa il fiume e ti permette di entrare in Russia. Tutto intorno al confine sulla sponda Estone del Narva, si può passeggiare riuscendo a costeggiare la rete che circonda quel piccolo pezzo di terra di nessuno sul territorio dell’Estonia?
Ci siamo spostati lungo il fiume, per vedere da lontano le due fortezze contrapposte: sulla sponda non abbiamo trovato le donne con i fazzoletti neri in testa in attesa del ritorno del passato, abbiamo visto nonne con i nipoti e famiglie a passeggio o a fare il picnic in questa terra di frontiera. Gente che getta la lenza nel fiume, schiacciando un pisolino sulle piccole sedie da campeggio. Un posto normale dove i respira aria di Russia. Io era questo che volevo vedere: volevo vedere la scritta enorme e in cirillico sulla caserma di confine e volevo vedere le persone europee convivere con quella vicinanza pesante ingombrante.
Volevo poter dire di essere arrivata ai confini dell’Europa, e di aver toccato la Russia con dito. Volevo poter dire che se sono arrivata fino a qui, la prossima volta percorrerò quel ponte per arrivare a San Pietroburgo. Volevo toccare l’atmosfera sovietica. Sotto questo punto di vista, Narva di ha dato tutto, anche se non sono riuscita a trovare l’unica statua di Lenin rimasta intatta in Europa per volere della comunità russa che vive stabilmente a Narva.
Volevo vedere la Russia da vicino.
Da Tallin a Narva: le cicogne
Da Tallin a Narva, il percorso potrebbe rivelarsi piuttosto interessante: questa zona è particolarmente ricca di fauna ma noi non abbiamo visto granché!
Attraversando il territorio in auto, pur aguzzando la vista, l’avvistamento non è facile. In questa zona vivono però grandi mammiferi come il capriolo e l’Alce, ma anche questa volta l’Alce non si è fatta avvistare da me. In questo paese però vivono anche le cicogne! Le cicogne sono poetiche. con i loro nidi appollaiati sui pali della luce o sui camini delle case. Con le loro gambe lungo, il becco affusolato e la loro eleganza mentre prendono il volo.
le cicogne sono poetiche, sarà per il loro leggendario compito di portare i bambini. Ci sono tante cicogne in Estonia, tra cui anche la rara e protetta cicogna nera.
Lungo il tragitto, forse farai fatica a vedere l’alce (ma prima o poi dovrò vederlo), ma cicogne e nidi perfetti e in equilibrio sui pali ne vedrai moltissimi
Lo street Food filo-sovietico di Narva.
In tutte le Repubbliche Baltiche non abbiamo trovato una grossa varietà di street food. La prima spiegazione che mi sono data è stata che il clima non aiuta; lo street food è un cibo che ci mangia per strada ed essendo in una zona di clima non particolarmente favorevole, è probabile che la diffusione del cibo di strada non sia avvenuta perchè per strada non ci si sta molto. ma poi ho pensato allo street food di Amsterdam e a Bergen dove il clima potrebbe essere lo stesso che qui, ma dove invece il panino con il pesce crudo è lo street food più diffuso e famoso. Quindi la mia teoria non regge.
Ho pensato che forse i prodotti originari della zona non si prestano ad essere trasformati in street food, ma neanche questo è vero le patate e le barbabietole sono ingredienti molto versatili e alla fine mi sono detta che il clima repressivo e cupo del regime non facilitava la socializzazione e la goliardia che invece regalano i cibi da strada.
Questa forse è la ragione per cui nei Paesi Baltici, lo street food non è il genere maggiormente in voga. Ma a Narva lo abbiamo trovato. Abbiamo trovato uno street food, nell’unica baracchina che abbiamo visto, ma dove c’era anche la fila dei locali per acquistare una specialità.
Leivad juustuga è lo street Food che abbiamo trovato a Narva. In che cosa consiste? Una cosa semplicissima: bastoncini di pane nero, fritti e conditi con formaggio grattugiato. Non è dato sapere di quale formaggio si possa trattare, ma nell’insieme il gusto da cibo sfizioso e veloce c’era proprio.
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