Il giorno in più che abbiamo passato a Granada, lo abbiamo dedicato alla montagna.
Arrivando da Valencia, la Sierra Nevada ci si è parata davanti chiazzata di neve.
Certo di neve. In Agosto.
La Sierra Nevada di nome e di fatto, oltrepassa la ragguardevole cifra di 3000 metri di altitudine, la neve sulle vette è cosa di ordinaria routine.
Un po’, a me, la montagna piace esageratamente, un po’ questa catena montuosa esercita un certo fascino: nel sud dello Spagna, temperature di 40 gradi e la neve là in cima. Fantastico!
Mi sarebbe piaciuto affrontare la strada asfaltata più alta d’Europa (tanto per continuare a collezionare “PIU'” in giro per il mondo), ma mio marito non era d’accordo a sciropparsi curve a gomito e km con temperature tropicali, tanto più che il giorno dell’arrivo, dopo aver preso posizione in campeggio, aver preso l’autobus per una veloce e ricognitiva perlustrazione del centro di Granada, sbagliando fermata, siamo arrivati proprio alle pendici di quelle montagne che fanno parte della catena della Sierra Nevada.
Inutile dire che visti i cartelli, visto l’ambiente e visto quel nome, quando siamo rientrati alla base, non ho potuto fare a meno di consultre la guida e internet.
Los Cahorros, il paradiso degli arrampicatori spagnoli, pareti rocciose a picco e torrenti che si insinuano in strette gole.
Posto ideale per brevi escursioni e magari con temperature anche un po’ meno bollenti che in centro città! A parità di attrattiva e convenienza questa soluzione ha vinto di gran lunga sulla strada più alta d’Europa.
Non ce ne siamo pentiti. Nonostante ci fossimo arrivati con l’autobus anche il giorno precedente, abbiamo deciso di andare con il nostro mezzo, non perchè l’autobus non fosse comodo, anzi arriva dritto dritto in bocca alla partenza dei percorsi escursionistici, la scelta è stata dettata semplicemente dal fatto che avevo già un’altra destinazione in testa, nel caso ci fossimo, per così dire, liberati presto.
Consiglio vivamente comunque di prendere l’autobus. La strada per raggiungere sentieri e percorsi è una strada bianca, stretta e senza una grossa possibilità di parcheggiare. State sicuri che chiunque vi saprà indicare il numero dell’autobus da prendere per arrivare a Monachil, il villaggio più vicino, il posto è molto conosciuto dai locali.
Alla fine della strada bianca, dove c’è anche l’ultimo parcheggio disponibile, dentro il cortile di un bar ristorante, parte il sentiero che più avanti si dipanerà in altre strette vie e in possibilità di scelta infinite. Noi seguiamo quello che probabilmente è il più classico, il più battuto, e forse anche il meno impegnativo e più facile da percorrere.
L’ingresso nel paradiso degli arrampicatori è segnato da un ponte sospeso che riesce a far abbozzare un sorriso alla nostra piccola roimpiscatole che all’idea di dover camminare aveva già inarcato gli angoli della bocca all’ingiù!
Il sentiero prosegue per un tragitto di circa 5 km che noi non sapremo mai se abbiamo percorso per intero (forse no!) Sicuramente ad un certo punto abbiamo deciso che era ora di tornare indietro perchè il sole si stava facendo troppo insistente e non è che fossimo organizzati con acqua a sufficienza da poter affrontare un bel trekking di alta montagna.
Siamo tornati indietro anche se ci hanno raccontato che dal punto dove ci siamo fermati alla centrale idoelettrica, destinazione di uno dei percorsi, forse non mancava tantissimo. Non importa perchè la giornata è stata piacevole e rinfrescante e ci ha fatto scoprire un angolo di Andalusia che piuttosto poteva sembrare un angolo di alpi. Dopo il ponte sospeso una miriade di persone si esibiscono e si esercitano in arrampicata sportiva. Le pareti roccia a picco sono particolarmente favorevoli a questo tipo di attività e vi assicuro che a praticare lo sport sono davvero in tanti.
Noi ci siamo divertiti comunque a percorre il tratto di sentiero che corre lungo il torrente Monachil. Una gola strettissima riceve le acque e il percorso si snoda fra i sassi del torrente e le rocce sporgenti che ti fanno sentire come in un percorso avventura.
Senza contare che la temperatura all’ombra delle pareti rocciose e sotto tutto quel verde era davvero piacevole.
Ci siamo divertiti cercando di superare gli ostacoli che ci impedivano l’agevole passaggio: scusate la foto mossa, stavo ridendo!
Anche il piccolo mostro di casa con gli angoli della bocca all’ingiù ha dimostrato di gradire, nonostante tutta quella natura e nonostante fosse costretta a muovere i piedini per percorrere un pochino di strada.
E’ davvero un angolo di Andalusia insolito che ci siamo sentiti di consigliare con entusiasmo anche a temporanei compagni di sosta (con bambini) che abbiamo incontrato durante una sosta in Costa della Luz, perchè in questo fazzolettino di Sierra Nevada, ci siamo proprio divertiti!
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io adoro viaggiare ma sono sempre in bolletta, le tue foto mi fanno sognare….chissà che quest’anno non si riesca a fare un giro da quelle parti!
Essere in bolletta è una questione molto di moda in questi periodi! Anche noi ci arrabbattiamo come meglio possiamo!
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