Dopo le Everglades sono sprofondata ancora di più nei ricordi di quanto non avessi già fatto.
Un viaggio tanto desiderato che alla fine quando sono stata messa di fronte ad un bivio, una scelta, il condizionatore figo in casa, quello tutto telecomandato, quello con la macchinona che non si vede e gli split che non esitono e la possibilità di telecomandare e programmare ciascuna bocchetta di condizionamento come più mi pareva, ho scelto la Florida.
In fondo come mi ha detto mio marito dopo che ho deciso, il condizionatore si usa un mese e mezzo all’anno e ti fa venire pure il raffreddore e la cervicale, un viaggio si ricorda per sempre. Eh si, sono sprofondata nei ricordi di un visino piccolo piccolo che ha affrontato un grande viaggio per incontrare un personaggio mitico, ma mica solo lei, anche la sua mamma, tanto che ad un certo punto non si capiva più se si era andati a DisneyWorld per lei o per me. O forse, al ritorno anche per il babbo. Era sempre stato un mio desiderio, quando avessi avuto un figlio avrei voluto portarlo a casa di Topolino. E sarebbe stato troppo facile portarla a Parigi, così vicino!
Il viaggio è stato duro… Bologna/Amsterdam/Orlando un pochino di ritardi, la figlia con la scarlattina, il babbo con la febbre. Quasi 24 ore di viaggio tra auto, aereo e taxi che non hanno toccato per nulla la figlia che tutto il tempo ha continuato a parlare, parlare, parlare,pensando e immaginando cosa avesse potuto chiedere a Topolino. Suo babbo dormiva stroncato dalla febbre, io ero stremata dalla chiaccherona felice, che per carità, è stata bravissima, ma non si spengeva più! Si è spenta esattamente dopo 24 ore in un super King Size Bed di un motel di Orlando flagellato da un temporale che sembrava un uragano e senza una prima cena perchè eravamo troppo stanchi.
Ma poi ci siamo ripresi e quella enorme palla che avevo sempre visto nei programmi del sabato pomeriggio dedicati ai ragazzi o sulle pagine del giornalino Topolino era proprio li davanti! E io chissà cosa mi credevo che fosse: la cosa più bella che avessi mai visto. Che poi, tutta questa aurea magica e mitica, ma non ci siamo nemmeno andati. Io davanti a quella palla ero già appagata!
Quando siamo entrati dal sontuoso ingresso dove tutti gli operatori che stanno a controllare i biglietti sorridono, dove la musica allegra “…Topolì, Topolin, viva Topolin…” echeggia lieve, ma presente ovunque come se fossimo immersi in un gigantesco e invinsibile Dolby Surround, ecco, proprio lì davanti si apre Main Street e subito in fondo il Castello. Io a questo punto sarei già, davvero, potuta andare a casa, perchè i miei sogni erano già realizzati.
Metteteci pure che non siamo riusciti a fare neppure due passi e che
ci siamo trovati praticamente in braccio a Pippo, ecco allora, forse, potete immaginare quale possa essere l’emozione di una bimba in un luogo “where dreams come true”: dove i sogni diventano realtà.
Sarebbe stato più facile portarla a Parigi, ma non sarebbe stata la stessa cosa. A Parigi ce l’abbiamo portata in seguito, ma Disneyworld Orlando non ha paragoni. Sarà che è nato tutto qui. Sarà che Disney ha scelto questo posto per il suo primo parco tematizzato, sarà che Disneyworld Orlando non è un parco, ma un resort di parchi che a vederlo tutto, compreso anche il SeaWorld che si trova nelle vicinanze ci vorrebbe almeno una settimana, io volevo regalare quel sogno a mia figlia a tutti i costi, anche se tutta una settimana solo per i parchi non l’avevo. Abbiamo dovuto scegliere solo due dei parchi tematici: il classico Magic Kingdom e l’Animal Kingdom. Non siamo rimasti delusi da nessuno dei due, abbiamo avuto da Disney quello che ogni bambino si aspetta di ricevere: magia! Solo per i bambini? Mio marito che non aveva mai visto parchi di questo genere, non poteva immaginare da quale perfezione maniacale ci si possa sentire aviluppati a Disneyworld, una cura talmente perfetta dei dettagli che anche dove mancassero gli uccellini, il cip cip si sente e neppure Topolino manca, presentato in tutte le forme possibili e immaginabili.
Ma che cos’è la magia Disney? Al di là delle “giostre” o attrazioni, come le volete chiamare, di cui, prima della partenza avevo scrupolosamente verificato la fattibilità in base ad età ed altezza della mia Topolina,
la magia Disney non è nelle giostre, è la scenografia da cui si è circondati, è la musica che ti accompagna ovunque, è il profumo che ti avvolge in ogni angolo, è essere entrati nel mondo della fantasia,
che, diciamocelo,
ai bambini piace davvero tanto, ma siamo sicuri che il divertimento sia pensato per loro? Perchè ai bambini basta davvero poco per essere felici, una fontanella d’acqua con cui giocare e li possiamo pure abbandonare a loro stessi, e noi? Per mamma e papà entrare a Disneyworld dovrebbe essere prescritto dal medico: si entra nel mondo della fantasia e si esce felici come i bambini con la fontanella!
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#IGTravelthursday. Conoscete la magia Disney? Io l’ho assaporata!
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Avrei fatto la stessa scelta e ragionato come il tuo maritino!!! Sarà per quello che casa nostra è ancora da sistemare e che chi invece ha la mania della casa fatta e finita, da noi – quasi – non ci mette piede!!!
Non abbiamo la smania dei parchi divertimento, Fede non ha quasi idea di cosa siano, ma penso come te che andare a Orlando sia un’altra cosa rispetto a Parigi!! Grandissima la chiacchierona con la scarlattina!!
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