Quando ero una bambina mi nascondevo in bagno per leggere i libri di mia mamma e le riviste di viaggio che compravano i miei genitori, riviste che trattavano in particolar modo di plein air. Ma va’! Non l’avrei mai detto. Ma quella rivista, che ora non esiste più, di tanto in tanto trattava anche di viaggi a lungo raggio, difficilmente realizzabili con i propri mezzi.
Su un numero di quella rivista rimasi super super affascinata dalle foto del Deserto Bianco. Un’immagine abbagliante che ancora oggi ricordo perfettamente, dune bianche e specchi di acqua tra una duna e l’altra.
Questa zona allora non era per niente conosciuta, e il servizio che vidi sul giornale era probabilmente uno dei primi che furono scritti su quel lembo di terra, (che poi tanto lembo non è: 155.000 ettari) di dune, lagune, e foreste di mangrovie, mai uguale a se stesso, vivo e mutevole, facente parte della regione del Maranhao. Il Deserto Bianco è diventato area protetta, Parco Nazionale, probabilmente nello stesso periodo in cui io lo leggevo, nel 1981, per salvaguardare una zona incredibilmente particolare.
La sua scoperta è stata del tutto casuale. I piloti degli aerei che sorvolavano la tratta Belem –Fortaleza si accorsero di un repentino cambiamento nel panorama sottostante, dal verde della foresta al bianco accecante, un bianco che sembrava appunto una immensa ed enorme distesa di lenzuoli. Non per niente il Parco Nazionale oggi si chiama Parco Nazionale dei Lençóis Maranhenses cioè “Parco dei lenzuoli”.
Il Parco ha una caratteristica unica per essere un deserto. C’è sabbia e ci sono dune, ma non è un luogo afflitto dalla siccità. Nel Deserto Bianco piove e l’acqua c’è, e la particolare conformazione morfologica del terreno fa si che l’acqua formi delle lagune.
Lagune chiare, cristalline e fresche.
Il periodo migliore per andare a visitare questo angolo di Brasile è il periodo delle piogge, generalmente da marzo a giugno quando le lagune raggiungono il loro massimo livello di acqua, ma in qualsiasi periodo dell’anno si può ammirare lo spettacolo.
Se ripenso ai Lençóis come li vidi in quella rivista mi sembra di sentire la sabbia vellutata, fine, soffice e fresca passarmi in mezzo alle dita. Nei miei sogni ad occhi aperti rimango abbagliata dai contrasti di colore bianco e blu. La mancanza di vegetazione caratterizza questo deserto minimal, minimal nella cromia, ma per niente minimal nel senso di pace e tranquillità che il blu e il bianco possono donare. Per conoscere questo pardiso è necessario mettere in conto che non si tratta di una passeggiata di piacere: il lungo volo dall’Italia verso Sao Paulo, il volo interno da Sao Paulo a Sao Luis e una cavalcata di almeno 5 ore in fuoristrada 4×4 per raggiungere una delle più belle lagune del Parco, potrebbero essere un deterrente per molti, ma non per me che continuo a sognare di poter volare in Brasile fosse anche l’unica metà che mi potessi permettere di vedere in questo sterminato Paese.
Deserto Bianco: io sogno di volare in Brasile per vederlo: http://t.co/zCymZK1Hq0 http://t.co/HkAQkrGBcP
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In Brasile per i Mondiali di Calcio? Bisogna andare a vedere anche il deserto Bianco http://t.co/sJrdGNgTc6 http://t.co/wo2dV6BMwo
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wow!!! non sapevo esistesse un paradiso simile…
Io me lo sogno da quella volta che l’ho visto sul giornale… chissà se prima o poi….