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Home » Cuba, un viaggio-avventura!

Cuba, un viaggio-avventura!

Il primo viaggio a Cuba è stato il mio primo viaggio trans-oceanico, prenotato al volo su due piedi con una di quelle tesserine che “qualche” anno fa davano la possibilità con 3 rullini fotografici di avere un viaggi-in-due-paghi-uno. Ed era proprio così! Il responsabile dell’agenzia dove mi sono rivolta per utilizzare la super tesserina 2×1 è anche il marito di una mia amica e con lui avevamo fatto l’accordo che tenesse monitorate le offerte che uscivano e che mi avvissasse all’istante quando avesse visto qualche cosa che secondo lui poteva valere la pena! Infatti l’unica condizione che queste offerte ponevano era proprio di prenotare non oltre i 5 giorni dalla partenza. E quando gli è capitato Cuba, non mi ha nemmeno telefonato per dirmelo, ha fatto la prenotazione e poi mi ha avvisato.

Io ero gasatissima, ovvio, il mio primo volo trans-oceanico, il mare dei caraibi, una destinazione mitica. Eppure quando sono tornata non ne ho avuto, immediatamente un ricordo entusiasta. Forse perchè la compagnia non era giusta, forse perchè ero concentrata su altro, sta di fatto che quando ho smesso di pensare alla vacanza, e ho cominciato a pensare alla situazioni e al posto, ecco che l’entusiasmo mi è uscito, a distanza di circa 15 anni! E anche il sorriso a pensare alle avventure che mi sono capitate, probabilmente perchè ero una turista sprovveduta oppure dovevo capire l’ambiente.

Io ero alloggiata in un villaggio turistico all-inclusive a Varadero, nota località TURISTICA dell’isola, molto turistica! La spiaggia è bella, chiara, il mare è cristallino, ma insomma, il lungomare è tempestato di villaggi turistici, il paese è alla periferia e le baracche  pure…


Però, forse la mia anima da viaggiatrice stava facendo capolino e la mia voglia di uscire da quel villaggio pure e il primo incontro con Cuba è stata proprio la periferia di Varadero. Al primo approccio con un ragazzo cubano, mi sono sentita una deliquente: gli abbiamo chiesto la yerba buena!

Sai cos’è la yerba buena è una pianta aromatica della famiglia della menta con foglie più piccole e profumate della menta che serve per preparare un mojito originale. Allora frequentavo un bar che preparava il miglior mojito mai bevuto (e tutt’ora, anche se il bar è un altro, il barista continua a fare il miglior mojito mai bevuto, che poi detto anche dal mio prof di sala, vuo dire che è proprio un mojito perfetto!).

Il proprietario  mi aveva chiesto di portargli la yerba buena, che avrebbe voluto provare a coltivare, ma appena l’ho chiesta a questo giovane cubano, ho avuto quasi paura che non avesse capito e che mi volesse portare “erbe aromatiche” di altro genere!

Il gentile ragazzo, mi ha confermato che avrebbe potuto procuramela, che lui l’aveva nel giardino, che potevo andare a casa sua, che mi avrebbe fatto preparare le migliori aragoste mai mangiate da sua mamma e che mi avrebbe rifornito di yerba buena… ero spaventata da tutta questa invadente ospitalità, e ho avuto paura, non ci sono andata! Oggi mi chiedo cosa mi sono persa!

La seconda avventura è capitata sempre per via della mia voglia di evadere da quel villaggio turistico. Volevo andare da Varadero a l’Havana non con le gite organizzate in pullman dal tour operator, ma per conto mio. Il cameriere addetto al tavolo dove cenavo, mi avevo detto che fuori dal villaggio un suo cognato-parente-amico, con il suo taxi faceva servizio fino all’Havana ad un prezzo modico. Questa volta ci sono andata, ma solo perchè eravamo in 4, non ero sola, e il costo diviso i partecipanti era anche molto abbordabile. Il taxista fuori dal villaggio era stato prenotato per il giorno successivo!

Il taxi non è un taxi… il taxi è un’auto privata datata intorno intorno agli anni 50! Sedili anteriori in pelle con naylon applicato, sedili posteriori ricoperti da una morbida pelliccia (!) di mucca? di pecora? Sicuramente piena di animaletti di non so quale genere che alla dolce temperatura di 50° all’ombra avevano il loro habitat per riprodursi e pizzicare il nostro sedere!

L’autista non sapeva guidare, ha preso un cavalcavia al contrario, ha fatto  vari sensi unici, ha chiesto indicazioni per arrivare nella piazza dove parcheggiano tutti i taxi, noi spaventati a morte con gli occhi fuori dalle orbite a provare a dare indicazioni allo sprovveduto e incauto autista, che diciamolo pure, forse era la sua prima volta in auto fuori da Varadero, ma si sa per due soldi si fa ogni cosa…
L’Havana è bellissima! Coloniale, colorata, fin troppo calorosa, chiassosa, rumorosa, viva, vivace, insomma l’Havana mi è piaciuta da subito. Abbiamo passeggiato in ogni dove, tenendo stretti gli uomini che venivano guardati come prede da cubane cacciatrici, abbiamo tenuto stretto le borse e gli zaini, assaliti dai bambini a cui abbiamo distribuito caramelle e penne portate dall’italia, abbiamo respirato profumo creolo, odore dolciastro di tabacco, atmosfera ovattata da fumo da sigaro. Ci siamo fatti ammaliare da un ragazzo cubano che ci ha accompagnato per pochissime monete, nei locali più carini, che ci ha spiegato la situazione sanitaria, le tasse, il lavoro, ci ha parlato del “CHE” a bassa voce e di Fidel ancora più a bassa voce, e di come ogni cubano sogni di scappare via da questo paradiso!



Siamo tornati alla stazione dei taxi e il nostro taxista che avrebbe dovuto aspettrci e che avevamo già pagato, non c’era! Ero sicura che ci eravamo fatti fregare, che non ci aveva aspettato per risparmiarsi il viaggio di ritorno già pagato. E invece sorpresi abbiamo visto un altro taxista con un cartello che riportava il nome di uno dei miei compagni di viaggio. Il poveretto che ci aveva con tanta fatica portato all’Havana aveva avuto un guasto e aveva chiesto ad un amico di riportarci a casa. Commossi!!! L’auto del ritorno era tutto un altro benere rispetto a quella dell’andata. Poverino chissà quanto gli era venuto a costare il nostro trasporto.

L’havana è bellissima, ma bellissima! L’anima del “Che” ti accompagna ovunque

Ma la mia voglia di non rimanere inchiodata dentro a quel villaggio turistico, per altro bellissimo, mi ha fatto uscire di nuovo e incontrare un’altra realtà! Quella di Trinidad che è una città Patrimonio dell’Unesco. L’avventura è stata, anche i questo caso, arrivarci e poi tornare, perchè l’escursione comprendeva un bel volo interno con un Lantonov russo… d’epoca!

L’interno di questo aereo è tutto una lamiera, i bulloni sono a vista, i sedili senza inbottitura, e soprattutto, mancava l’aria codizionata, metteteci pure che il bimotore era piccolo e che ad ogni colpo di tosse di Eolo di ballava e puoi capire come il viaggio sia stato devastante e che io non vedessi l’ora di atterrare nel viaggio di ritorno. Ma Trinidad valeva la tribolazione.


Ancora più coloniale, ancora più vecchia. ancora più avvolta dal fumo dei sigari, dall’odore dolciastro del tabacco, dalle mani colorate di marrone delle donne che lavorano nelle fabbriche dei sigari, dai vestiti bianchi delle donne che praticano la santeria, Trinidad è valsa assolutamente il viaggio sul terribile bimotore russo.

Ah ma…. la yerba buena che avevo chiesto all’inizio al ragazzo di Varadero? Quel ragazzo non l’ho più visto, ma oggi a Imola c’è un bar che fa i migliori Mojito del mondo e li fa con la yerba buena! Indovinate perchè! Roba da rischiare la galera cubana!

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Autore:
Monica Liverani
Pubblicato il:
26 Giugno 2014

Categoria: CubaTags: #IGTravelThursday

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Monica Liverani (@ideedituttounpo)

    26 Giugno 2014 alle 13:35

    #IGTravelthursday Cuba un tranquillo viaggio avventura
    http://t.co/5Yx4NaKMM9 http://t.co/P65bDK8E6E

    Rispondi
  2. The Family Company (@ValentinaCappio)

    27 Giugno 2014 alle 10:20

    Come non sognare #Cuba? Ecco il bellissimo contributo di @ideedituttounpo per #igtravelthursday http://t.co/r5CfBH9HLd

    Rispondi
  3. Giovy

    27 Giugno 2014 alle 17:07

    Ho fatto vari viaggi a Cuba di cui 2 per fare la tesi . Amo quell’isola e soprattutto la zona della Sierra de l’Escambray.
    Per me Cuba è Sierra più che spiaggia e ci tornerei di corsa.

    Rispondi
    • Monica Liverani

      28 Giugno 2014 alle 9:04

      E adesso anche io ci tornerei di corsa!

      Rispondi
  4. Lali

    30 Giugno 2014 alle 21:10

    Mi hai fatto morir dal ridere… tu e yerba buena…. io non ci sono mai stata, ma posso capire le tue sensazioni. Io in villaggio ci lavoravo e ne scappavo appena potevo!! Ora non ci metterei + piede, ma all’epoca mi ha dato l’opportunità di girar parecchio, perché con la maglietta staff, avevo una sorta di aura protettiva, che mi ha fatto curiosare senza problemi… anche dove non dovevo!!!

    Rispondi
    • Monica Liverani

      1 Luglio 2014 alle 23:24

      Lali, tu ridi e non sai nemmeno come è arrivata in Italia la Yerba buena! Le comiche!!!! Io ho sempre desiderato lavorare nei villaggi turistici e non ne ho mai avuto l’occasione… forse è per questo che dico che…. una settimana all’anno si può pure fare!!!! Relax e coccole ogni tanto fanno bene… ma solo una settimana! E’ vero però. chi indossa quella maglietta, ha un chè di inarrivabile!

      Rispondi
  5. makeupnonsolo

    3 Luglio 2014 alle 11:34

    Leggere questo tipo di post nuoce gravemente all’umore…ora vorrei partire subito come hai fatto tu per scoprire quella terra così complicata e difficile!

    Rispondi
    • Monica Liverani

      4 Luglio 2014 alle 0:27

      Makeupnonsolo, anche al mio umore, ricordando! Prendi e vai… là non c’è bisogno di niente, ci penseranno i cubani a darti tutto quello di cui hai bisogno!

      Rispondi

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