Quello che non si dice mai è quanto vale una pausa caffè stellata in mezzo a un tour tra le bellezze artistiche di Roma. Il caffè cremoso dello storico ‘Sant’Eustachio il Caffè’ è il posto giusto per una sosta.
Sant’Eustacchio, il caffè
A metà strada fra le famose fontane di Piazza Navona e l’ancor più famoso Pantheon, il caffè è affacciato sulla piazza che gli dà il nome, l’aspetto del locale rimanda agli anni Sessanta sebbene sempre nascosto dalla gente che beve al bancone o sorseggia nei pochi tavolini all’aperto.
Nella tazzina ampia vi servono un caffè alto e cremoso ricavato da una miscela rotonda tratta dai migliori caffè, tostati a legno (così dicono). Torrefazione di caffè a chilometri zero.
Un caffè circondato dai monumenti e le opere d’arte di Roma
Una parte del piacere è data anche dalla location tra Borromini, Caravaggio e le antiche vestigia del Pantheon. Mentre le papille gustative vanno in estasi, c’è subito lì fuori la cupola culminante con lanternino che Francesco Borromini disegnò per la chiesa di Sant’Ivo. Questa bellissima cupola all’interno è bianca con un decoro di stelle dorate che rimandano all’emblema della famiglia di Papa Alessandro VI Chigi; l’esterno combina elementi concavi e convessi e culmina con un’altissima lanterna con coronamento a spirale.
La chiesa è un gioiello del barocco e visitarla non è facile (consiglio i momenti antecedenti e successivi alla messa domenicale).
La particolarità della chiesa di Sant’Ivo è che è inglobata dalla sede dell’università di Roma de La Sapienza.
A fianco dell’austero edificio universitario, vi è il retro di Palazzo Madama, con il suo viavai di politici e giornalisti in cerca di un’intervista.
Poco oltre, lo slargo davanti alla chiesa di San Luigi dei Francesi dove una processione laica appaga la sete di conoscenza davanti a uno dei tanti luoghi romani da non perdere.
La cappella Contarelli dove ci sono tre tele meravigliose di Caravaggio dedicate all’Evangelista Matteo. Dalla vocazione che ha colpito Matteo a un tavolo da gioco, all’ispirazione fornita all’evangelista Matteo dall’angelo per la scrittura del Vangelo fino al martirio.
Peccato che questa visione celestiale comporti l’esborso di qualche moneta per illuminare lo spazio della cappella, ma anche restare lì in un angolo nella penombra, appaga almeno quanto gustare una delle più buone miscele di caffè di Roma.
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